Nella sezione “i venerdì dell’apparato respiratorio” non poteva mancare un evergreen: il raffreddore, croce dei bambini ma anche di moltissimi adulti e non solo nel periodo invernale.
Il raffreddore è un’infezione delle prime vie aeree che, contrariamente ai luoghi comuni, non è causato dal freddo, dal “colpo di vento”, dalla sudata, dall’aver camminato scalzi o essere usciti poco coperti, bensì da un’infezione virale trasmessa da un soggetto ammalato ad un altro. La presenza in classe o in famiglia di molti soggetti raffreddati testimonia la natura infettiva e se un adulto esposto al contagio non si ammala vuol dire che ha già contratto quel tipo di virus.
Causa:
I virus coinvolti nell’eziologia del raffreddore sono numerosissimi: Myxovirus, Paramyxovirus, Rhinovirus, retrovirus , adenovirus e Coronavirus e per ciascun gruppo virale sono stati identificati molti tipi antigenici di virus. Tuttavia, nonostante tale molteplicità, la causa di almeno un terzo dei raffreddori degli adulti rimane sconosciuta e questa proporzione sale fino al 70% nei bambini. Lo stesso soggetto può essere reinfettato dal medesimo tipo virale, oppure può avere una seconda infezione determinata da altri membri dello stesso gruppo; i rinovirus ad esempio sono una famiglia che annovera 200 tipi diversi di virus. Il motivo per cui durante l’inverno il bambino sembra “ricadere” di continuo nei raffreddori è legato proprio al numero di questi virus che il piccolo, nella sua breve storia, non ha mai contratto. Continua a leggere: Il raffreddore…
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Febbre e Temperatura corporea
Si parla di febbre quando la temperatura corporea sale al di sopra dei valori normali.
Normalmente, in un individuo sano la temperatura corporea è compresa tra i 36,4 ed i 37,2 gradi centigradi. Tuttavia durante la giornata sono normali delle variazioni; in particolare al risveglio si registrano le temperature più basse, mentre nel tardo pomeriggio si può raggiungere e superare i 37° centigradi. La temperatura corporea può variare da persona a persona e, soprattutto nei bambini, può aumentare in seguito a sforzi, assunzione di pasti o bevande calde, ambiente eccessivamente riscaldato, ipersudorazione, sete.
In molti casi pertanto il confine tra normalità e febbre è molto labile.
Dove misurare la temperatura?
La temperatura varia leggermente nelle varie parti del corpo umano
– Misurazione rettale: è il metodo di misurazione migliore per i piccoli sotto l’anno. Il bambino può essere posizionato sulla schiena o a pancia in giù nel grembo. Se viene messo sulla schiena, tenere leggermente sollevate le bambine. Lubrificare la punta del termometro con vasellina e inserirla delicatamente nel retto per circa 2 cm nel neonato e 5 cm nel bambino più grande. Con una mano tenere fermo il bambino e con l’altra tenere il termometro. Il tempo necessario per la misurazione è di 2 minuti. E’ bene ricordarsi che la temperatura rettale è superiore di 0.5°C rispetto quella cutanea, per cui è necessario scalare 5 lineette dal risultato ottenuto.
– Misurazione orale: questo metodo va bene per i bambini più grandi che sono in grado di non mordere il termometro. Bisogna assicurarsi che il bambino non abbia bevuto bevande molto calde o fredde nella mezz’ora precedente. Appoggiare bene in fondo sotto la lingua, da un lato o dall’altro, il termometro e far restare calmo e con la bocca chiusa il bambino per almeno tre minuti.
– Misurazione ascellare: posizionare il termometro sotto l’ascella del bambino (a contatto con la pelle che deve essere asciutta) e fargli tenere il braccio contro il corpo per almeno 5 minuti.
Un ulteriore accorgimento: non misurare la temperatura appena il bambino si è svegliato ed è ancora coperto, subito dopo una corsa o aver sudato in quanto potrebbe subire alterazioni. Continua a leggere: Febbre e Temperatura corporea…
Lo shopping funziona davvero contro tristezza e malumore
Premetto che non scrivo per farmi un alibi verso papàchef che è forse uno dei pochi uomini a cui piace girare per negozi e outlet, ma perché, soprattutto in tempo di saldi parlare di shopping, tanto più se “curativo”, è d’obbligo.
Che il fare acquisti fosse un valido antidepressivo e che una nuova borsa o un paio di scarpe tanto sognato fosse meglio di un calmante è noto, anzi arci noto, alla maggior parte delle donne. Ma adesso le nostre teorie grazie ad uno studio svolto dall’Università del Michigan, negli Stati Uniti sembrano avere un avvallo dal mondo scientifico.
In questo studio un gruppo di persone, principalmente donne, è stato sottoposto a esperimenti diversi evidenziando che la “shopping- terapia” è davvero efficace nel contrastare tristezza e malinconia. Secondo i dati raccolti, coloro che facevano acquisti erano tre volte più felici di coloro che davano semplicemente un’occhiata alle vetrine e dichiaravano di sperimentare una maggiore capacità di controllo della propria vita e dell’ambiente circostante.
Quindi … w lo shopping e appena possibile un bel giro per negozi!
L’orzaiolo: cos’è, come si cura
Ho il ricordo di frequenti orzaioli durante l’infanzia, e di mio nonno che mi inseguiva per casa con una bottiglia d’olio. Sosteneva che dovessi guardarvi dentro per guarire. A parte queste dicerie più o meno popolari anche supernano fino a poco tempo fa era soggetto a questo tipo di infezione. Sarà sicuramente un caso, ma molti dei piccoli “problemi” che hanno colpito me da bambina hanno interessato anche lui.
Ma cos’è l’orzaiolo?
L’orzaiolo è un piccolo ascesso purulento che si forma sul bordo delle palpebre. Gli orzaioli sono causati da un’infezione batterica in genere della famiglia degli stafilococchi, per tale motivo esiste il rischio, in caso di utilizzo comune della biancheria da bagno, di trasmettere l’infezione.
I sintomi dell’ orzaiolo sono:
– grumo rosso simile ad un brufolo situato lungo il bordo della palpebra.
– palpebra gonfia e dolente al crescere della tumefazione
– formazione di pus nell’occhio. L’infiammazione e il gonfiore possono diffondersi alla zona circostante dell’occhio.
Durata della malattia:
La maggior parte degli orzaioli si gonfiano per circa 3 giorni prima di sgonfiarsi e quindi, guarire in circa una settimana
Attenzione al carrello del supermercato: i bimbi possono cadere
Parlo di questa notizia ansa di qualche giorno fa per un solo motivo: a mio parere noi genitori di oggi siamo sottoposti ad un terrorismo psicologico eccessivo in merito ai pericoli a cui possono andare incontro i nostri bambini. Per carità è vero che spesso quegli adorabili cuccioli sono in realtà delle piccole iene e nel giro di un secondo ne hanno combinato più di una, è vero che sono dei terremoti ed esagitati molto più di quanto eravamo noi alla stessa età, ma è altrettanto vero che i nostri genitori spesso ci facevano vivere in maniera più serena, più libera. Cadevamo, ci rialzavamo, ci ferivamo, ci medicavano. Oggi no, oggi è un pullulare di “attento qui, attento lì; non correre che cadi, non toccare questo che ti fai male”. Ghiaccio e il “buon vecchio” “lasonil” non si sa neppure cosa siano. Si corre al pronto soccorso.
Se in aggiunta all’ansia generale anche sul web si enfatizza ogni situazione di possibile pericolo secondo me non si vive più.
Pertanto ne scrivo per “onor di cronaca”, sperando che appunto venga letto solo come una notizia…
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