Che il lavaggio delle mani sia una delle pratiche più importanti sia in ambito sanitario che nel nostro quotidiano è noto da tempo: io ne ho già trattato qui. Torno oggi sull’argomento in quanto ricorre la Giornata mondiale dell’igiene delle mani.
Questo evento, lanciato per la prima volta nel 2009 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha lo scopo di migliorare in tutto il mondo l’igiene delle mani in modo da ridurre le infezioni e migliorare la sicurezza di pazienti e operatori sanitari nei luoghi di cura.
Le mani sono un ricettacolo di germi; circa il 20% sono microrganismi non patogeni, cioè che risiedono normalmente sulla cute senza creare danni. A questi, però, possono aggiungersi virus e batteri che circolano nell’aria o con cui veniamo in contatto toccando le più diverse superfici.
I germi infatti possono sopravvivere per ore sulle superfici: giocattoli, telefoni, maniglie, tavoli, tastiere del computer, asciugamani o altri oggetti e da qui essere trasmessi al naso, alla bocca o agli occhi, attraverso le nostre mani.
Questi germi possono essere responsabili di molte malattie, dalle più frequenti e banali, tipo influenza o raffreddore, ad altre più severe (tifo,epatite A, colera, toxoplasmosi etc…).
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Abuso di antibiotici e batteri multiresistenti
Ho parlato diverse volte di antibiotici, in tutte le stagioni; è un argomento che mi sta molto a cuore. Trovo che ce ne sia un abuso e non solo fra i bambini. Spesso anche l’adulto “butta giù” farmaci su farmaci al primo mal di gola o colpo di tosse perché “tanto se non lo prendo adesso lo devo prendere dopo e peggioro”. E non è vero. Cerchiamo di mettercelo bene in testa: non esistono solo le infezioni batteriche, ci sono i virus, a cui gli antibiotici “fanno un baffo”. E l’assumere antibiotici senza un fondamento comporta dei rischi non solo per il singolo; aumentano infatti i microrganismi multi-resistenti agli antibiotici che possono essere molto pericolosi soprattutto per i neonati. (leggi anche qui)
E la Società Italiana di Neonatologia (SIN) è intervenuta nuovamente sull’argomento in occasione VII Convegno Internazionale sulle infezioni neonatali tenutosi a Pavia nei giorni scorsi.
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Quando il bambino si ammala troppo spesso
È un argomento “trito e ritrito”, ma praticamente sempre attuale ogni anno. Non sono pochi infatti i bambini che nel periodo invernale presentano numerosi episodi di infezioni respiratorie talora anche a distanza molto ravvicinata. Il bambino sta sempre male e la febbre si può presentare anche ogni 2 o 3 settimane e con essa il raffreddore e la tosse. Questa situazione si verifica più facilmente nei bambini che frequentano l’ Asilo Nido o la Scuola dell’Infanzia, mentre diventa via via meno frequente nei bambini più grandi che hanno ormai sviluppato un elevato numero di anticorpi utile a proteggerli contro numerosi germi. La maggior parte delle infezioni respiratorie del bambino piccolo è dovuta ai virus e contro questi, è ormai noto, non vi sono terapie efficaci. L’unica soluzione è aspettare che passino da sole. Banale? Forse. Ma comunque un bel problema e per i genitori che lavorano e che non possono contare sull’aiuto dei nonni nella gestione del piccolo costretto a casa.
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Freddo e pelle dei bambini: come comportarsi?
Microba ha la pelle molto delicata, da sempre. E non parlo solo di dermatite atopica, la mia croce, ma anche di tutte quelle forme di “irritazione” aspecifiche che periodicamente la colpiscono soprattutto al viso.
La pelle è la barriera di protezione del corpo: deve proteggerlo da eventuali aggressioni esterne fra cui il freddo; deve inoltre impedire che l’acqua che lo compone evapori verso l’ esterno, cosa che può accadere quando l’umidità dell’ambiente è più bassa.
Anche nei bambini la pelle ha questo ruolo importante ma, nei più piccini, soprattutto quelli di età inferiore ai due anni, lo svolgimento della funzione barriera è reso più difficile a causa di una sorta di immaturità cutanea che caratterizza questa fascia di età. In pratica la pelle dei bimbi piccoli è immatura, più sottile e quindi è una barriera meno efficace, più facile da aggredire. Questo spiega perché quando arriva il freddo la loro pelle si secca e si arrossa con facilità, soprattutto nelle zone scoperte, dove manca la protezione degli indumenti.
La pelle secca si irrita con facilità , quindi possono associarsi i segni dell’infiammazione, quali il rossore e il prurito, follicoliti e persino eczemi, traducendosi in dermatite irritativa.
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Bambini in vacanza: cosa mettere in valigia
Vacanze, spostamenti e … tempo di valigie. Premesso che sono negata nel senso che porterei la casa, ma d’altronde come si fa a lasciare nell’armadio quel vestitino che…solo al mare, quella collana tanto estiva che in città non metteresti mai? Anche se in realtà da quando sono mamma la mia concentrazione è tutta sui bambini e nel fare le liste per loro sono bravissima.
Le esigenze, ovviamente variano con l’età e si riducono nel tempo, vediamo cosa serve nelle varie fasce d’età, ricordandoci che sono vacanze e che qualcosa di non fondamentale lo si può anche comprare.
Ecco un elenco per età:
0-6 mesi:
- carrozzina + zanzariera proteggi navicella e/o ovetto-passeggino a seconda delle abitudini e relativa borsa con l’occorrente per il cambio all’esterno
- occorrente per il cambio: pannolini, salviettine umidificate, pomata antiarrossamento, detergente per il lavaggio, asciugamano
- occorrente per il bagnetto: detergente delicato corpo-capelli, asciugamano morbido, vaschetta (in commercio ci sono quelle pieghevoli o gonfiabili che non occupano spazio), olio o crema da usare una volta asciugati
- tutine corte e lunghe per la notte e pagliaccetti per il giorno (in proporzione ai giorni della vacanza)
- body solo se si prevede un soggiorno in luoghi freschi
- calzini
- magliette maniche lunghe per le giornate meno calde o ventose
- felpe
- ciucci, carrilon e sonagli vari
- occorrente per il mare: crema solare ad altissima protezione e specifica per i bebè, canottino gonfiabile da posizionare sotto l’ombrellone o a casa sul terrazzo o in giardino, costumino o pannolini contenitivi utili soprattutto per la piscina; cappellino, asciugamano o accappatoio in spugna (io consiglio il modello tipo poncho)
- occorrente per l’allattamento per i bimbi che assumono latte artificiale
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