Tempo fa lessi un articolo sui comportamenti alimentari da tenere in spiaggia. Lo salvai sul desktop e me ne dimenticai. Mi è tornato in mente in questi giorni osservando i comportamenti dei vari bagnanti e pensando a quello che negli anni ho visto in spiaggia: si va dalla borsa del mare semi vuota a gruppi di persone con numerose borse frigo che allestiscono una vera cucina all’aperto.
Nell’articolo in questione si parlava di bambini e un pediatra esperto di alimentazione della Società italiana di pediatria sosteneva che in spiaggia si dovesse far bere loro solo bevande fresche ma non ghiacciate, consumare pasti leggeri e merende a base di frutta e gelato.
I bambini dovrebbero consumare cinque pasti: colazione, pranzo, cena e due merende; i tre pasti principali sarebbero da consumare a casa mentre le due merende in spiaggia variandole di volta in volta, scegliendo una volta un frutto, una volta un gelato una volta del pane accompagnato da qualcosa che preferiscono. Io solo in seguito alle vacanza con amici, per emulazione ho convinto i miei bambini allo spuntino con frutta o carote (solo perché di altra verdura non vogliono sentir parlare), fra un bagno e l’altro.
Se invece si pranza in spiaggia, sempre secondo il pediatra, ma anche usando buon senso, la cosa importante e’ evitare arrosti, fritti e tutto ciò che appesantisce molto, soprattutto se i piccoli entrano ed escono dall’acqua (e qui si potrebbe aprire il capitolo delle “famose” 3 ore dal pasto, ma soprassiedo!). Indispensabile inoltre potenziare l’idratazione perché il bambino perde più liquidi rispetto all’adulto.
Il pediatra ha inoltre inserito delle indicazioni sulla suddivisione dei tempi nella giornata: sveglia presto, riposino pomeridiano etc etc, le trascuro per non fare quella che “predica bene e razzola male”: in vacanza non balziamo dal letto mai prima delle 10, tutti, meglio non scrivere a che ora finalmente arriviamo in spiaggia.
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