Ho sempre detestato mangiare in mensa e ancora adesso evito la mensa dell’ospedale. Sono fissata o viziata? Forse entrambe, ma la mia antipatia nasce dai tempi della scuola elementare.
Allora non esisteva il tempo pieno, i bambini uscivano alle 12.30 e trovavano la mamma con il piatto pronto; quei pochi bambini con le mamme lavoratrici senza nonne a disposizione frequentavano il doposcuola e mangiavano in mensa. Il termine baby sitter neppure si conosceva.
Erano dei “poveri bambini”. Io facevo parte di quel gruppo. Mia mamma non lavorava ma non riusciva a venire a prendermi alla fine delle lezioni perché c’era mia sorella piccola e sempre malata. Non vi dico il mio stato d’animo. In mezzo a bambini che nulla avevano a che fare con me, costretta a stare al doposcuola per mia sorella di cui non potevo essere gelosa senza sentirmi in colpa, perché appunto malata (nulla di che, ma con gli occhi di una bambina mi sembrava sempre in punto di morte) per di più dovendo mangiare cibi che non mi piacevano per nulla.
Appresi quindi con enorme gioia la chiusura della mensa, a metà anno, causa alcuni casi di epatite.
Ricordo bene il termine. Probabilmente A, ma non credo, o non ricordo, che ci fosse stata la distinzione, bastò solo a indurre i miei a ritirarmi dal doposcuola e quindi dalla mensa scolastica. Imparai presto a tornare a casa da sola. Io sono schizzinosa, ma è altrettanto vero che sapori e qualità delle mense non sono sempre eccellenti.
Alla luce di questo non mi sento proprio di rimproverare supernano quando uscendo da scuola affamato, confessa di aver mangiato solo il pane.
A Milano l’appalto della ristorazione di tutte le scuole, dai nidi alle medie, è in mano a Milano Ristorazione; ci sono nelle singole scuole commissioni mensa formate dai genitori che periodicamente si riuniscono e settimanalmente mangiano a scuola con i bambini per verificare qualità e bontà. Nei limiti del cibo di una mensa grosse sorprese in negativo non dovrebbero esserci. Ma non è così per tutte le mense per cui è partita una indagine dei Nas su segnalazioni dei genitori e per ordine del ministro della salute Beatrice Lorenzin, già in passato attenta all’ importantissimo tema dell’alimentazione nelle scuole.
L’obiettivo e’ quello di capire se quello che i bambini consumano a scuola sia di qualita’ e adatto ai loro bisogni nutrizionali facendoil punto della situazione trimestralmente L’indagine infatti riguarda sia la qualita’ del cibo offerto ai bambini nelle mense scolastiche ma anche le scelte dei tipi di alimenti a seconda della fascia di eta’. Sopratutto a scuola i bambini imparano a mangiare in modo corretto e sano, i menu devono essere sempre piu’ adeguati ai loro bisogni, oltre che sani.
Per quanto mi riguarda concordo, ma è anche vero che ci sono dei cibi assolutamente non amati dalla maggior parte dei bambini. Mi chiedo se sia giusto continuare a proporli in nome di un fantomatico “benessere” se il risultato è farli finire in pattumiera e lasciare i bambini affamati. Cosa ne pensate?
Lascia un commento