I principali cambiamenti nell’alimentazione, dopo l’anno di età, riguardano soprattutto il progressivo inserimento di tutti gli alimenti in forma solida nella dieta ma anche l’adattamento alla frequenza dei pasti dell’adulto. Mentre durante il primo anno di vita le mamme si rivolgono al pediatra anche per l’alimentazione, dopo il primo anno in genere si dà al bambino quello che mangiano i genitori e ciò che la famiglia è abituata a mangiare. Da qui le ansie genitoriali in quanto spesso a questa età il bambino non mangia o rifiuta i cibi proposti. Spesso infatti è interessato e distratto dal mondo che lo circonda, ed il cibo non è più il suo interesse principale. Inoltre in questo periodo cala la velocità di crescita, e quindi può ridursi anche l’ appetito. Il passaggio poi ad una alimentazione diversa può richiedere un certo periodo di adattamento.
Questa “inappetenza” di solito non lascia conseguenze, ed infatti la crescita continua ad essere regolare. Durante il primo anno di vita il neonato triplica il suo peso alla nascita. È sbagliato aspettarsi la stessa velocità di crescita dopo il compimento del primo anno di vita in quanto tra i 12 e i 24 mesi il peso deve aumentare poco più del 20%.
L’alimentazione deve essere variata e ben bilanciata alternando quotidianamente tutti i principi nutritivi in quantità adeguate per evitare carenze.
Il cibo può essere distribuito in cinque momenti della giornata, gli alimenti devono essere di stagione il più freschi possibile, salutari, privi di conservanti e additivi, cotti in modo semplice, senza troppi grassi.
Molti bambini istintivamente conoscono quanto cibo serve loro e non si iper-alimenterebbero o sotto-alimenterebbero se non fossero forzati.
Per permettere la crescita nei primi anni di vita deve essere soddisfatto il fabbisogno calorico: le proteine devono essere il 15% delle calorie totali necessarie; l’apporto lipidico che nel primo anno di vita era del 50% delle calorie totali, deve scendere gradualmente al 30% con un corretto apporto di acidi grassi essenziali importante nello sviluppo del sistema nervoso, dell’apparato visivo e per la prevenzione della malattia cardiovascolare nell’adulto. I carboidrati che erano il 40% nel primo anno devono aumentare al 55%: essi sono rappresentati principalmente da carboidrati complessi (amido), con una quota di energia giornaliera derivante dagli zuccheri semplici (saccarosio, fruttosio, lattosio) che non dovrebbe superare il 15%. È importante inoltre assicurare anche il fabbisogno di vitamine e sali minerali.
Un bambino da uno a tre anni dovrebbe rispettare 5 pasti al giorno:
- colazione
- spuntino
- pranzo
- merenda
- cena
La prima colazione deve coprire il 15-20% dell’apporto calorico giornaliero con 250 ml di latte, preferibilmente intero e senza zucchero, che è la fonte principale del calcio (in alternativa 1 yogurt). Al latte si possono aggiungere cereali o fette biscottate o biscotti. Per quanto riguarda l’apporto di calcio, una tazza di latte da 250 ml può essere sostituita da:
– 200 gr. di yogurt intero
– 35 gr. di formaggella
– 25 gr. di parmigiano
– 70 gr. di ricotta/mozzarella
Lo spuntino di metà mattina copre circa il 5-10% dell’apporto calorico giornaliero.
È il momento migliore per consumare frutta fresca mentre sono da evitare merendine o altri snacks dolci e salati.
Per la merenda del pomeriggio è indicata ancora la somministrazione di latte; frullati di frutta con latte; yogurt.
Pranzo e cena costituiscono il 30-40% di apporto calorico giornaliero.
Il primo piatto deve essere previsto tutti i giorni a pranzo e a cena alternando piatti asciutti con piatti in brodo o con passato di verdura. La pastina, di formato man mano sempre più simile a quello dell’adulto, sostituirà gradualmente creme e semolini. Il primo piatto deve essere separato dal secondo con la presenza di diversi alimenti proteici, inizialmente omogeneizzati o tritati e poi a pezzetti:
– carne (4 volte alla settimana)
– legumi (2 volte) da soli al posto di carne o pesce, o con pasta e riso come piatto unico
– prosciutto crudo o cotto senza grasso (1 volta)
– pesce (2 volte)
– formaggio (3 volte)
– uovo (2 volte).
Le verdure vanno proposte sia a pranzo che a cena, inizialmente passate od omogeneizzate, e gradualmente inserite in forma solida, cotte o crude.
Per quanto riguarda i condimenti è da preferire l’olio extravergine di oliva, sia per condire che per cucinare (possibilmente aggiunto crudo a fine cottura), mentre il sale deve essere aggiunto in minima quantità.
L’acqua deve essere di fonte o di tipo oligominerale.
Da 1 a 3 anni sono da evitare:
- i fritti
- i piatti a base di salsa piccante
- “formaggini”, sottilette, mascarpone, gorgonzola, formaggi “grassi”
- la frutta secca difficile da masticare
- sughi elaborati
- te (che non sia deteinato), caffè, bevande alcoliche, vino o birra
- insaccati spesso con molti conservanti, troppi grassi e troppo sale
- patatine, pop –corn
- merendine confezionate, cioccolato, caramelle, torrone
- snack salati
- burro, margarina, sugna
- non è consigliabile assumere acqua gassata o bevande gassate
- evitare gli zuccheri sintetici (aspartame ,saccarina)
Beat - Mamma Ora che faccio? dice
Ecco, sono contenta di leggere che qui si procede bene. Anche se con i due anni sono arrivati anche i primi “no” a verdura e frutta (ero così orgogliosa del fatto che mangiasse tutto tutto…) ora per fargliele mangiare devo tritare tutto, come quando era piccolo, e cercare di non farlo rendere conto che dentro la pasta c’è, non so, il cavolfiore. Ma è stressante e comunque non sempre ci riesco. A volte, pur di farlo mangiare, cedo alla richiesta della solita pasta in bianco. Tra l’altro sono un po’ “preoccupata” perché da Natale ha scoperto il cioccolato (a 2 anni e 9 mesi), poi è arrivata la befana, ora pasqua, i cioccolatini sono ovunque e sta diventando un dipendente! Urla e strilla per averne almeno uno o due pezzi al giorno, ma ho paura gli faccia male 🙁 a volte è difficile resistere a ore e ore di lagna e richieste! Insomma: non vuole più frutta e verdura (solo arance) però è diventato dipendente dalla cioccolata…andiamo bene.