Che la medicina spesso sia tutto e il contrario di tutto è una bella verità, così come è noto che in medicina 2+2 non fa 4. E questo è tanto più vero quando si tratta di bambini. Ai miei tempi (oddio come mi sento vecchia a dire così) le donne in gravidanza non avevano tante paturnie su cibo, vaccini, malattie; i bambini venivano svezzati a 3-4 mesi, l’allattamento a richiesta era un’eresia. Tutto questo comporta innumerevoli scontri con madri e suocere che “come i figli li ho cresciuti io, nessuno….”. A parte le battute, anche solo nell’arco di qualche anno molte indicazioni sono date in maniera diversa.
Ricordo ancora con una certa ansia la frase pronunciata al corso pre-parto quando aspettavo supernano “in Africa allattano fino a 5 anni, figuriamoci se non potete riuscirci voi. ed è bene andare avanti fino ai due anni e oltre”.
Negli ultimi anni infatti è stata sempre più diffusa la teoria secondo allattare con il latte materno fino a circa 3 anni sarebbe la scelta migliore per proteggere la salute dei nostri piccoli.
Oggi notizia in controtendenza: proseguire oltre i 2 anni di vita sarebbe sconsigliato in quanto aumenterebbe l’incidenza di problemi ai denti.
E allora fino a quale età bisogna proseguire con l’allattamento al seno?
Io credo che la scelta debba essere individuale. Ogni mamma sa cosa sia meglio per sé e il suo bambino, ogni mamma in base a come si sente fisicamente e psicologicamente dovrebbe essere libera di interrompere o continuare.
Premesso questo, riporto uno studio pubblicata sugli Annals of Epidemiology da un gruppo di ricercatori di San Francisco.
Lo studio ha coinvolto 458 bambini. All’età di 6 mesi sono stati raccolti dati sulla frequenza delle poppate; a 1 anno è stato evidenziato quali cibi fossero stati introdotti nella dieta del piccolo. In ciascuna occasione i bambini sono stati anche visitati da un dentista. La visita è stata poi ripetuta al compimento del 38° mese di vita.
Dai dati raccolti è emerso che al termine dello studio circa il 40% dei bambini allattati al seno tra i 6 e i 24 mesi di vita avevano delle carie. Questa percentuale saliva al 48% fra i piccoli che hanno continuato ad essere allattati al seno dopo i 2 anni. Secondo gli esperti è probabile che il responsabile della formazione di carie non sia solo la composizione del latte materno che ha una qualche capacità di promuovere la carie, ma molto limitata, bensì la suzione (quindi questo discorso vale anche per l’allattamento artificiale) che riduce la quantità di saliva che entra in contatto con i denti, limitando così la sua azione protettiva contro i batteri e aumentando di conseguenza il rischio di carie.
Per capire cosa succeda esattamente saranno necessari ulteriori studi, ma secondo gli autori questi risultati avvalorano il parere di molti dentisti secondo cui le mamme dovrebbero evitare di allattare al seno dopo la comparsa dei denti.
Io come ho detto prima ho solo riportato un dato. Esprimo delle perplessità. Perché essere categorici e smettere addirittura di allattare alla comparsa dei denti (tanto più che molti bimbi iniziano la dentizione ben prima dell’anno) e invece non usare lo spazzolino fin da piccolissimi?
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