Spesso le mamme che devono sottoporsi a esami di diagnostica per immagini durante l’allattamento, si pongono il dubbio se questi possano essere dannosi per il bambino.
E’ bene ricordare che i raggi ionizzanti utilizzati in radiologia, così come gli ultrasuoni in ecografia o i campi magnetici della risonanza magnetica nucleare, non danneggiano il latte materno e quindi sono sicuri per il piccolo.
Diverso potrebbe essere il caso dell’esame da effettuarsi con il mezzo di contrasto che può filtrare nel latte materno; per questo motivo, in passato, si consigliava di gettare il latte materno prodotto subito dopo la somministrazione del mezzo di contrasto. Ma una recente indagine, condotta da medici delle Aziende Sanitarie di Trieste, ha dimostrato che non c’è alcuna incompatibilità tra allattamento ed esecuzione di esami con mezzi di contrasto.
In particolare lo studio ha chiarito che la mamma può sottoporsi a tali esami, anche se il bambino che allatta è prematuro o ha pochi giorni di vita, e le poppate possono continuare regolarmente. Il Ministero della salute ha approvato i risultati di tale studio ed è stato pertanto fatto un accordo fra la la Società Italiana di Radiologia Medica (SIMR), la Società Italiana di Pediatria (SIP) e il Tavolo Tecnico sull’Allattamento al Seno (TAS).
Poiché è noto che l’allattamento al seno reca benefici non solo al bambino, ma anche alla madre, è importante non sospenderlo senza un reale motivo; l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ricorda che sono rare le condizioni che controindicano veramente l’allattamento al seno; l’indagine radiologica con mezzi di contrasto non è sicuramente fra queste.
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