La Primavera spesso è associata alle allergie, ma non dimentichiamoci che purtroppo esistono anche le allergie alimentari che in età pediatrica (considerata da zero a 18 anni) hanno una prevalenza media del 5 per cento in aumento. Normalmente, si pensa alle uova, al latte, al pesce, alle nocciole, alle arachidi, alle fragole, al cioccolato. Sono le allergie alimentari più comuni e conosciute, spesso incolpate a torto. Poi però ci sono quelle rare, provocate da cibi etnici cui non si è abituati, ma che possono essere scatenate da cibi che normalmente hanno pochissimo potere allergizzante. Se si verificano nei più piccoli in genere è già la mamma a sospettare il «cibo incriminato» quando la reazione è a comparsa immediata, già durante l’assunzione dell’alimento o subito dopo. Se la reazione allergica invece risulta ritardata, la diagnosi non sempre è facile.
Per tale motivo la Siaip, la Società italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica, ha deciso di andare a fondo sul problema istituendo un «registro» delle allergie alimentari rare in età pediatrica, in cui far confluire da tutti gli ospedali le schede informatizzate relative ai segni e ai sintomi, al trattamento, ai risultati raggiunti. Viene considerata rara un’allergie che coinvolge meno di 5 bambini su 10 mila. Ma che fare se si ha un bambino allergico? Se si tratta di alimenti unici e rari è sufficiente eliminarli, ma nel caso di allergie ai cibi più comuni, si può provare la desensibilizzazione, che consiste nel somministrare al bambino una quantità infinitesima ma crescente del cibo cui è allergico. Chiaramente il tentativo deve essere fatto in regime di massima sicurezza, talora addirittura è necessario il ricovero.
Spesso poi le allergie alimentari evolvono spontaneamente verso la guarigione, man mano che il bambino cresce. Permane il problema delle reazioni anafilattiche definite «severe», che possono addirittura mettere in pericolo la vita. Esiste un «piano d’azione» che è stato approvato dal Food Allergy Anaphylaxis Network (Faan) in cui s’insegna alla famiglia, alla scuola, e al bambino stesso, a partire dagli 8-9 anni d’età, che cosa fare in caso di queste reazioni gravi: dall’assunzione di antistaminici orali all’iniezione di adrenalina con iniettore automatico. Il trattamento deve essere immediato, senza perdere tempo a cercare genitori o medici e successivamente bisogna chiamare il 118 e far portare d’urgenza il bambino in Pronto Soccorso. il Il bambino deve avere sempre con sé il promemoria firmato dal pediatra e dai genitori con i rispettivi numeri di telefono.
Marco dice
Ho comprato l’ultimo numero di Focus per l’articolo sulle allergie. Ne soffro parecchio da qualche anno e ho scoperto un particolare molto importante. Il consumo di grassi saturi e zuccheri, cioè il cibo da fast food aumenta fino al 39 per cento il rischio di crisi asmatiche gravi e fa peggiorare i sintomi di raffreddori allergici e eczemi. Per il lavoro mangio spesso al fast food. Potrebbe essere dovuto a questo?Avete delle testimonianze simili alle mie?
Mamma Medico dice
ho anche io focus ma non l’ ho ancora letto. lo faro’ in queste vacanze e nel caso rispondo meglio. comunque, pur consapevole che i cibi da fast food dovrebbero essere consumati solo saltuariamente, non dovrebbero scatenare crisi asmatiche in chi non presenta allergie a quei componenti. diverso il caso di allergie misconosciute