Gli acari sono animali appartenenti alla famiglia degli aracnidi di minuscole dimensioni (fra i 200 ed i 400 millesimi di millimetro) non visibili a occhio nudo. In tutto il mondo, se ne contano all’incirca 150 specie. L’allergia agli acari della polvere è una delle allergie più comuni nei paesi occidentali sia per la loro l’ampia diffusione sia per l’ elevata allergenicità di questi piccoli artropodi. Numerosi studi hanno documentato che gli acari rappresentano il principale fattore di rischio per lo sviluppo di asma, mentre nei bambini gli acari possono favorire la comparsa di altre allergie (muffe, animali, pollini); sono quindi considerati come una possibile fonte di allergie multiple.
Le specie dell’acaro della polvere più diffuse sono il Dermatophagoides pteronyssinus e il Dermatophagoides farinae, che si nutrono principalmente di forfora umana. Parti di pelle che si staccano durante la notte uniti al calore e all’umidità presenti in un materasso fanno si che gli acari si trovino nel loro ambiente ideale e si riproducono a migliaia. Una sola femmina di acaro può produrre fino a 300 uova.
Gli acari non mordono e non pungono. Le sostanze che provocano l’allergia (allergeni) non sono gli acari stessi, bensì gli enzimi presenti nelle feci dell’acaro che mescolandosi alla polvere della casa si depositano e si accumulano nei materassi, nei cuscini etc. Il peso e i movimenti del corpo mentre si dorme o si sta seduti li sollevano quel che basta perché siano inalati o toccati e possano quindi innescare reazioni allergiche di tipo respiratorio (rinite, rinocongiuntivite, asma) o cutanee (dermatite atopica).
Esiste ovviamente una predisposizione genetica a manifestare allergie agli acari della polvere, ma queste possono svilupparsi anche nel corso del tempo: la presenza infatti di alti livelli di acari della polvere e l’accumulo delle loro feci può provocare lo sviluppo di un’allergia in persone che in precedenza non lo sono mai state.
I sintomi dell’allergia sono simili a quelli di un comune raffreddore: starnuti soprattutto al risveglio,congestione e prurito nasale, naso chiuso o colante (rinorrea); ma anche attacchi di tosse secca durante il sonno, difficoltà respiratorie (notturne o durante uno sforzo), senso di oppressione toracica e asma che peggiora in caso sia già presente prima della diagnosi di allergia agli acari.
In alcuni casi si possono avere anche gonfiore agli occhi, che appaiono arrossati, bruciano e lacrimano; fastidio alla luce; stati ansiosi; disturbi del sonno dovuti alla tosse e alla mancanza di respiro; senso di malessere generale, debolezza, affaticamento diurno; dermatosi come eczema atopico, arrossamento e prurito cutaneo, soprattutto a viso e cuoio capelluto.
I sintomi possono poi peggiorare se la stanza presenta elevata umidità, scarsa ventilazione degli ambienti in cui si vive e si dorme, e temperatura superiore ai 20-25°C.
Una volta diagnosticata l’allergia (dopo opportuna visita allergologica e test) cosa è possibile fare?
– Rivestire completamente tutti i materassi, piumoni e cuscini, presenti nella camera con fodere antiacaro, fodere che vanno lavate ogni 4-6 mesi a 60°C, ma su cui va passato una volta alla settimana, al cambio lenzuola, un panno umido ben strizzato per eliminare la polvere in superficie.
– arieggiare la stanza ogni giorno, soprattutto il materasso e i cuscini in modo da abbassare l’umidità interna e sfavorire la sopravvivenza degli acari.
– Togliere tappeti, peluche, moquette in camera da letto e rendere lo spazio della camera da letto facile da pulire: evitare le imbottiture, sostituire i tendaggi pesanti e le veneziane con tende leggere e lavabili a 60°C. lavare i peluches ogni 2 settimane a questa temperatura dopo averli messi in freezer per 24 ore.
– Utilizzare un aspirapolvere con filtro HEPA (High Efficiency Particulate Air).
– Non fumare mai in casa ed evitare in casa odori intensi di fiori, profumi forti, cosmetici, odori di smacchiatori a secco.
– Sostituire la carta da parati con vernice lavabile.
– Se la casa è dotata di riscaldamento ad aria o di aria condizionata, i filtri devono essere puliti accuratamente mentre è controindicato l’utilizzo di umidificatori
– durante l’inverno tenere una temperatura di 19–21 °C e un’umidità relativa massima del 50 per cento
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