Il termine “bruxismo” deriva dal greco “βρύχω” che significa “digrignare”.
Il bruxismo notturno è l’abitudine a digrignare i denti durante il sonno ed è definito un “disturbo del movimento nel sonno”. Questo disturbo è piuttosto frequente, interessa circa tre bambini su dieci soprattutto prima dell’età scolare, in due momenti specifici: il primo è quando iniziano a spuntare i primi dentini da latte, il secondo quando mettono i denti permanenti.
Le cause del bruxismo notturno non sono del tutto chiare e non è mai stata individuata un’unica causa cui attribuire la comparsa del bruxismo.
Alcuni esperti lo collegano ad un allineamento scorretto tra l’arcata superiore e quella inferiore, altri invece, a stati di ansia, tensione nervosa e paura che spesso colpiscono i bambini quando si trovano a dover affrontare dei cambiamenti.
Altri ancora lo associano alla presenza di un eventuale dolore ai denti, alle orecchie o alla testa. Digrignando i denti il bambino attenua il dolore e la tensione muscolare.
Negli anni ’70, invece, da uno studio effettuato sul bruxismo, è emerso che questo disturbo potrebbe essere collegato a carenze di tipo alimentare. Bambini che digrignano sarebbero quindi carenti di acido pantotenico e calcio. L’acido pantotenico è una vitamina idrosolubile del gruppo B, presente soprattutto in alimenti come legumi e frattaglie, rosso d’uovo e arachidi. Questo disturbo si manifesta spesso in bambini i cui genitori hanno sofferto in passato di bruxismo. Esisterebbe quindi anche una familiarità.
Solitamente il bruxismo notturno nel bambino non presenta alcuna conseguenza. Nelle forme gravi si può avere usura dei denti decidui, più raramente anche degli elementi permanenti, fino a scheggiarli; disturbi ai muscoli masticatori con mal di testa e/o disturbi all’articolazione temporo-mandibolare. Per quanto riguarda la cura, trattandosi di un disturbo del sonno, il bambino va aiutato a riposare tranquillamente in modo da ridurre i microrisvegli e quindi gli episodi di bruxismo.
Il bruxismo notturno in età adulta viene trattato con l’aiuto di un byte dentale che va applicato durante la notte, e impedisce il contatto tra le due arcate ed è anche in grado di modificare la posizione della mandibola, qualora scorretta.
Non c’è indicazione all’utilizzo del byte in età pediatrica eccetto in rarissimi casi selezionati e in presenza di importanti complicanze (usure dentarie su elementi permanenti, dolore/disfunzione muscolare e/o articolari) su indicazione dello specialista odontoiatra
[…] capitato un mese, due, quindici giorni ma mai per oltre 4 mesi. Esattamente l’ultimo post è del 28 agosto.Mesi molto intensi e impegnativi, mesi di fatti, mesi di nuove strade, nuovi progetti, nuove […]