Ho sempre detestato mangiare in mensa e ancora adesso evito la mensa dell’ospedale. Sono fissata o viziata? Forse entrambe, ma la mia antipatia nasce dai tempi della scuola elementare.
Allora non esisteva il tempo pieno, i bambini uscivano alle 12.30 e trovavano la mamma con il piatto pronto; quei pochi bambini con le mamme lavoratrici senza nonne a disposizione frequentavano il doposcuola e mangiavano in mensa. Il termine baby sitter neppure si conosceva.
Erano dei “poveri bambini”. Io facevo parte di quel gruppo. Mia mamma non lavorava ma non riusciva a venire a prendermi alla fine delle lezioni perché c’era mia sorella piccola e sempre malata. Non vi dico il mio stato d’animo. In mezzo a bambini che nulla avevano a che fare con me, costretta a stare al doposcuola per mia sorella di cui non potevo essere gelosa senza sentirmi in colpa, perché appunto malata (nulla di che, ma con gli occhi di una bambina mi sembrava sempre in punto di morte) per di più dovendo mangiare cibi che non mi piacevano per nulla.
Appresi quindi con enorme gioia la chiusura della mensa, a metà anno, causa alcuni casi di epatite.
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L’alimentazione dopo l’anno d’età
I principali cambiamenti nell’alimentazione, dopo l’anno di età, riguardano soprattutto il progressivo inserimento di tutti gli alimenti in forma solida nella dieta ma anche l’adattamento alla frequenza dei pasti dell’adulto. Mentre durante il primo anno di vita le mamme si rivolgono al pediatra anche per l’alimentazione, dopo il primo anno in genere si dà al bambino quello che mangiano i genitori e ciò che la famiglia è abituata a mangiare. Da qui le ansie genitoriali in quanto spesso a questa età il bambino non mangia o rifiuta i cibi proposti. Spesso infatti è interessato e distratto dal mondo che lo circonda, ed il cibo non è più il suo interesse principale. Inoltre in questo periodo cala la velocità di crescita, e quindi può ridursi anche l’ appetito. Il passaggio poi ad una alimentazione diversa può richiedere un certo periodo di adattamento.
Questa “inappetenza” di solito non lascia conseguenze, ed infatti la crescita continua ad essere regolare. Durante il primo anno di vita il neonato triplica il suo peso alla nascita. È sbagliato aspettarsi la stessa velocità di crescita dopo il compimento del primo anno di vita in quanto tra i 12 e i 24 mesi il peso deve aumentare poco più del 20%.
L’alimentazione deve essere variata e ben bilanciata alternando quotidianamente tutti i principi nutritivi in quantità adeguate per evitare carenze. Continua a leggere: L’alimentazione dopo l’anno d’età…
Si può dare il miele ad un neonato?
La risposta è no!
È vero che il miele ha delle caratteristiche utili quale essere sedativo della tosse, avere proprietà antibiotiche ed antinfiammatorie ed è un ottimo antiossidante naturale
Le nonne inoltre spesso insistono (sperando che poi una volta sole con il bebè non facciano di testa loro): “cosa vuoi che succeda? Tu sei cresciuto benissimo” e così discorrendo, ma per tutto il primo anno di vita il miele è un alimento che va evitato, anche in quantità molto ridotte.
Perchè?
Mangiare lentamente aiuta a non ingrassare
Adesso ho capito perché i miei bambini sono così snelli: perché sono lenti nel mangiare. Lo scrivo sorridendo anche se quando a tavola passano 2 ore esatte proprio da ridere non mi viene.
Leggo la notizia prendendola come al solito “con le pinze”. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Pediatric Obesity e condotto da un team di ricercatori della University of California a San Diego aspettare 30 secondi tra un boccone e il successivo aiuterebbe i bambini ad avvertire la sazietà e a non mangiare troppo.
Per un anno è stato seguito un gruppo di bambini di età compresa fra 6 e 15 anni. a metà di loro è stato chiesto di mangiare lentamente, aspettando 30 secondi tra un boccone e l’altro aiutandosi con una clessidra che scandisse il tempo e da girare ad ogni boccone. L’altra metà del campione, invece, doveva semplicemente mangiare al proprio ritmo, senza clessidra.
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Cibo per bambini: le regole per mangiare in sicurezza
Sembrano indicazioni banali e un po’ scontate, ma spesso non è così: se ne fa portavoce la Food and drug administration (Fda), l’agenzia Usa che regola farmaci e cibi e che ha realizzato un sito internet sulla sicurezza alimentare, con consigli per i genitori.
Lavarsi sempre le mani prima e dopo aver maneggiato il cibo, dopo essere stati in bagno, aver cambiato i pannolini o toccato degli animali dovrebbe essere una regola acquisita e messa in pratica sempre, ma ancor di più è da ricordare prima di preparare la pappa per i bambini
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