Uno dei fenomeni che in genere più preoccupa la neomamma è la comparsa di perdite ematiche in gravidanza; questo è un evento non fisiologico, che pur non compromettendo nella maggior parte dei casi l’evoluzione della gravidanza stessa, necessita sempre di un controllo specialistico per definire la causa dell’emorragia e la terapia da effettuare. Le perdite ematiche in gravidanza non sono rare ed interessano circa il 20% – 30% delle gravidanze. In ambito ginecologico si distinguono le perdite ematiche in base al trimestre in cui si manifestano (I° II° III°) e in base alla clinica come colore, quantità e ritmo diverso.
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Multivitaminici in gravidanza: spesso inutili
Sono da sempre contraria all’abuso di farmaci e ne prescrivo lo stretto necessario. L’ho scritto più volte. Come ho già detto che spesso agli occhi del paziente chi non prescrive perchè conscio dell’inutilità di talune prescrizioni, è un “cattivo” medico.
Ovviamente applico il mio pensiero a tutte le fasce d’età. Bambini soprattutto. E oggi qualcuno la pensa come me parlando delle donne in gravidanza. Secondo gli esperti del Drug and Therapeutics Bulletin (Dtb), edito dal British Medical Journal, Multivitaminici e integratori di sali minerali venduti come specifici per la gravidanza sono in realtà una spesa non necessaria: la vendita di tali prodotti non sembrerebbe essere supportata da alcuna evidenza scientifica relativa a benefici per gestante e nascituro soprattutto perché gran parte delle evidenze cliniche con cui questi prodotti sono reclamizzati derivano da studi condotti in paesi a basso reddito dove le donne sono malnutrite. I multivitaminici specifici per la gravidanza contengono vitamine del gruppo B (B1, B2, B3, B6, B12), vitamine C, D, E, K, acido folico, iodio, magnesio, ferro, rame, zinco e selenio di cui la maggioranza delle gestanti in Occidente non ha certo bisogno essendo disponibili con una dieta corretta. Estremamente importante continua invece ad essere l’assunzione di acido folico ed eventualmente vitamina D nelle dosi raccomandate e disponibili anche come generici a basso costo.
Trattamenti di bellezza in gravidanza
Durante la gravidanza la futura mamma spesso ha dubbi ed ansie su molte cose della vita quotidiana. E l’ansia riguarda talora anche l’ argomento “bellezza”. Cosa può fare o non fare una donna in attesa? Avevo già postato qualcosa in passato, oggi facciamo una carrellata generale.
Tra i trattamenti di bellezza a cui è difficile rinunciare vi sono le sedute dal parrucchiere. I capelli possono essere trattati normalmente perché shampoo e piega non comportano pericoli. Dopo i primi tre mesi ci si può sottoporre alla tinta; esistono, infatti, prodotti specifici che oltre ad essere privi di ammoniaca, sono particolarmente indicati perché non contengono sostanze tossiche; sarebbe però opportuno avvisare il parrucchiere e far si che eviti di applicare il prodotto direttamente sul cuoio capelluto, poiché attraverso la cute (anche se in piccola parte) potrebbe entrare nella circolazione materna e raggiungere il feto; utile inoltre che l’ambiente sia ben areato. Infatti la vera preoccupazione è quella di respirare i fumi di ammoniaca che potrebbero essere dannosi per il bambino. Via libera invece a colpi di sole o meches perché il colorante è racchiuso in un foglio di alluminio e la colorazione non tocca il cuoio capelluto, e a tinture vegetali come l’henné che non comporta pericoli per il bambino perché è composto da sostanze naturali.
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La pillola del giorno dopo: come funziona? Quando assumerla?
Mi sono più volte ripromessa di parlare di contraccezione, il post è in bozza ma non ho mai trovato tempo e voglia per sistemarlo data la complessità dell’argomento.
Oggi però, anche considerando il periodo estivo più “libertino” voglio parlare di contraccezione d’emergenza e dare un’informazione: la pillola del giorno dopo, ovvero il contraccettivo d’emergenza più conosciuto, è acquistabile in farmacia senza obbligo di ricetta medica per le maggiorenni; le under 18 devono invece avere ancora una prescrizione medica. Addio ad estenuanti file nei pronto soccorsi, a ricerca di consultori e medici di famiglia scettici. E qualora il farmacista obietti la cosa si deve far presente che l’indicazione è stata deliberata dall’AIFA e la mancata vendita è passibile di segnalazione. La pillola del giorno dopo è un farmaco contraccettivo contenente solo il progestinico; deve essere utilizzata entro 72 ore da un rapporto sessuale non protetto e la sua efficacia che diminuisce con il passare dei giorni, è tanto più alta, quanto minore è il tempo trascorso dal rapporto sessuale non protetto.
L’ efficacia è massima (superiore al 95%) se assunta entro le 24 ore dal rapporto e diminuisce fino ad annullarsi oltre le 72 ore di intervallo. Ciononostante il farmaco può essere preso fino a 5 giorni dopo, ma passati i 5 giorni è consigliabile farsi applicare un IUD (dispositivo intra-uterino: la “spirale”), che può funzionare anche come metodo contraccettivo d’urgenza. Continua a leggere: La pillola del giorno dopo: come funziona? Quando assumerla?…
Fumo in gravidanza: proposta francese
Oggi un mio paziente interrogato su quante sigarette fumasse, mi ha risposto perplesso “mah… fumo? se lei reputa fumare, 1 sigaretta all’ora…”. Me la sono scritta perché mi ha stupefatto. E si che di scuse e giustificazioni negli anni ne ho sentite. Ad un altro che quasi sfottendomi si meravigliava che non lo sgridassi, ho risposto seccata che più gente come lui fumava più io avevo da lavorare. E non sono da meno le donne incinte, magari provano a smettere o riducono, ma la maggior parte riprende a fumare subito dopo il parto. Senza considerare i danni che arreca al piccolo. Che il fumo durante la gravidanza faccia male al feto non è certo una novità, per cui gli ospedali pubblici parigini, in collaborazione con l’Istituto nazionale sul cancro stanno sperimentando nuove strade per convincere le future mamme a buttar via le sigarette. Le donne in attese saranno pagate per non fumare, in voucher da 20 euro che possono arrivare a 300 se smettono definitivamente. Alla sperimentazione potranno partecipare le donne maggiorenni, incinte da meno di quattro mesi e che dichiarino di fumare almeno cinque sigarette al giorno, o tre sigarette “rollate”. Per assicurare il rispetto delle regole le future mamme saranno sottoposte periodicamente a test. Secondo i dati dello scorso anno una donna francese su cinque non ha smesso di fumare nonostante la gravidanza e secondo il ministro della Salute francese, la Francia sarebbe il paese europeo dove le donne incinte fumano di più.
Funzionerà? Sono curiosa di saperlo. Spesso faccio fare i conti dei soldi spesi inutilmente in sigarette (oltre a quelli spesi in medicine per curare i danni del fumo), ma a chi piace fumare anche il tasto “portafoglio” spesso non è uno sprone per smettere…