Quando l’altro giorno ho ricordato il trauma facciale dell’estate scorsa di Supernano, avevo rimosso che nella stessa giornata, poiché gli eventi “no” sono sempre accompagnati, Supernano era caduto una seconda volta.
Non contento del trauma procuratosi nella parte anteriore del capo e quindi del suo labbrone, aveva deciso di rallegrare le mie ore pomeridiane con un trauma posteriore. Un trauma cranico? Beh…non proprio, ma la corsa folle sul pavimento in cotto bagnato della piscina è stata causa di una caduta a gambe all’aria con conseguente contusione sacrale (ovvero una bella botta al sederino) e alla “capoccia”. Urla, strilli, la classica domanda “c’è sangue?” (e pensare che fino a poco tempo fa voleva fare il dottore), per fortuna il tutto si è risolto in un tuffo in acqua. E poi ancora corse. I supernani non imparano mai la lezione.
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