L’associazione di ginecologi “Safety and Life Onlus” denuncia i rischi che corre il 75% delle future mamme per l’abuso di manovre invasive durante il parto naturale. Ad essere sotto accusa sono, appunto, le manovre invasive effettuate dal ginecologo subito prima della nascita quali ad esempio la manovra di ‘Kristeller‘; questa consiste in una spinta a livello del fondo dell’utero per facilitare l’espulsione della testa del feto durante appunto la fase espulsiva. La manovra di Kristeller. in Spagna e in Inghilterra è vietata perché, secondo gli esperti, può causare seri danni alla futura mamma: distacco della placenta, lesioni al fegato e alla milza e danni neurologici, fino ad arrivare al decesso per il feto.
Gli ultimi dati disponibili che risalgono al 2002, registravano 170mila parti effettuati in questo modo, ma ad oggi sono molti di più. Inoltre spesso la procedura non viene registrata sulla cartella clinica e tantomeno viene chiesto anticipatamente il consenso che dovrebbe essere un obbligo del medico e un diritto della partoriente, privando la donna del diritto ad essere informata sulle gravi controindicazioni e i potenziali rischi per la salute che tale pressione violenta può avere.
La manovra di Kristeller è applicata in modo soggettivo e personalizzato e l’operatore, per la paura di incorrere in cause giudiziarie nella peggiore delle ipotesi, cerca di farla passare come routine. Il problema inoltre è anche economico perché se da un lato gli specialisti sono costretti a fare i conti con le politiche sanitarie di risparmio che impongono una riduzione del numero dei tagli cesarei, dall’altra si rischia un aumento delle spese perchè le conseguenze dell’uso della manovra di Kristeller potrebbero essere il ricovero in rianimazione.
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