Ieri pomeriggio a Roma, alla presenza del ministro della Salute, Ferruccio Fazio, e della presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, è stata presentata la terza bio-Banca italiana di tessuto ovarico situata presso l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena. Sarà possibile conservare in azoto liquido, la corticale dell’ovaio contenente gli ovociti, per consentire il reinnesto nelle donne sopravvissute ad un tumore, dopo la fine dei trattamenti oncologici, permettendo una ripresa sia della funzione ormonale che riproduttiva.
La diagnosi precoce, il miglioramento delle tecniche chirurgiche e l’introduzione di nuovi chemio/radioterapici hanno fatto si che l’aspettativa di vita delle donne affette da patologie neoplastiche sia nettamente aumentata. Alla terapia oncologica però, seguono danni a carico dell’ovaio che possono provocare arresto dello sviluppo e sterilità nella bambina, perdita della fertilità nella donna adulta e menopausa precoce.
Considerando il sempre maggiore numero di pazienti guarite si deve poter pensare al loro benessere globale e all’aspettativa di una vita normale. Il tessuto ovarico destinato alla crioconservazione viene prelevato nel corso di un intervento in laparoscopia, trasportato in mezzi di coltura in laboratorio e quindi tagliato in fettine o strip che sono conservate in contenitori di azoto liquido a -196°C fino allo scongelamento. In tal modo, vengono preservati centinaia di follicoli primordiali contenenti ovociti immaturi, molto resistenti ai processi di congelamento e scongelamento. Inoltre la crioconservazione è una tecnica di rapida esecuzione e poco invasiva ed è la sola metodica applicabile nel caso di pazienti in età pediatrica, nelle pazienti affette da tumori ormono-sensibili e nelle pazienti in cui posticipare l’inizio della terapia oncologica per sottoporsi a stimolazione ormonale e prelievo chirurgico degli ovociti, costituirebbe un rischio inaccettabile.
Il progetto sarà rivolto a tutte le donne con età non superiore ai 35 anni affette da patologie neoplastiche e desiderose di preservare la fertilità prima di un trattamento oncologico. La selezione delle pazienti sarà condotta da uno staff multidisciplinare (oncologo, ginecologo, biologo della riproduzione, radioterapista). Saranno candidate al trapianto di tessuto ovarico tutte le pazienti affette da neoplasie del sistema ematopoietico (leucemie, linfomi), neoplasia della mammella, tumore di Wilms, sarcoma di Ewing, osteosarcoma, carcinoma della cervice uterina agli stadi iniziali sottoposte a trattamento conservativo.
[…] fine: poter omaggiare di un fiore la propria mamma e aiutare anche tutte la mamme malate o quelle donne guarite che vorrebbero diventare mamme. Leggi anche:Il Tiralatte – Parte PrimaIl lavaggio nasale per una corretta pulizia del nasoLa […]