Le ragadi sono dei taglietti che si formano facilmente sul capezzolo della neomamma nei primi giorni di allattamento; possono arrivare a sanguinare e sono molto dolorose, pertanto rappresentano un serio ostacolo al proseguimento dell’allattamento.
Cause
- errata postura del bambino durante l’allattamento: è necessario che il neonato si attacchi al capezzolo prendendo in bocca l’intera areola, e non solo la punta sporgente mentre la mamma dovrebbe sorreggere con le dita la mammella per facilitare la suzione
- il mantenimento della stessa posizione durante le diverse poppate
- poppate troppo lunghe: la durata delle poppate non deve superare i 15 minuti per capezzolo e questi devono essere rigorosamente alternati
- un eccessivo sforzo del bambino durante la suzione secondario a un ingorgo mammario
- l’uso di reggiseni troppo piccoli, che costringono il seno più che contenerlo
Prevenzione
- non usare il sapone dopo la poppata (perché secca la pelle) limitandosi a detergere la zona con acqua e garze di cotone
- mantenere ben asciutte areola e capezzolo tra una poppata e l’altra lasciando il seno scoperto per alcuni minuti per favorire la cicatrizzazione
- già in gravidanza preparare la pelle con rimedi naturali, massaggiando per esempio il capezzolo con olio di mandorle dolci, per idratare e fortificare la cute
Esiste una predisposizione solo nel caso del capezzolo retratto, che rende difficile attaccare il bambino correttamente. Il rimedio è usare il paracapezzolo.
Terapia
- utilizzare prodotti riepitelizzanti (garze di connettivina per esempio) o la semplice pasta all’ossido di zinco che si usa al cambio pannolino
- nei casi più gravi si può ricorrere al paracapezzolo finché non si rimarginano i taglietti
- non servono assolutamente a niente gli antidolorifici
- spalmare sul capezzolo preziose gocce di colostro
- iniziare la poppata dal seno meno dolente
Infine una precisazione, provata ahimè sulla mia pelle: si parla tanto di taglietti esterni e quindi ben visibili sul capezzolo, ma nessuno dice che possono esistere anche le ragadi interne. La cute esterna è integra il dolore durante la suzione è di minor intensità rispetto a quando sono presenti ragadi esterne, ma…ci sono. E come l’ho scoperto? Dai rigurgiti di sangue di Supernano, ovvia causa di agitazione a 1000 e successiva telefonata alla mia superamica pediatra che serafica mi ha risposto: «tranquilla, avrai le ragadi interne». Ah, ecco…
Io sono stata bene e ho risolto le ragadi solamente trovando una soluzione alternativa e usando un reggiseno in pura fibroina di seta con antimicrobico. Consiglio a tante donne che hanno questo problema di capire l’importanza dei tessuti informandosi
http://www.alessandragraziottin.it/it/articoli.php/Lichen-sclerosus-vulvare-il-contributo-terapeutico-della-seta-naturale-medicata?EW_FATHER=8766&ART_TYPE=AOGGI
http://www.dermasilkintimo.com
Buonasera. Mi spiace ma devo dirle che in questo articolo ci sino delle imprecisioni. È assolutamente sbagliato dire che il bambino non deve stare al seno
per più di 15 minuti..in questo modo si rischia di fargli prendere solo il primo latte, quello
Più acquisì e zuccherino, meno grasso , incidendo quindi sulla crescita e da qui alla formula …il passo è fatto.
È superato il concetto di prevenire le ragadi trattando il seno: esistono le ghiandole del montgomery ( quei puntini sull’areola ) che servono a lubrificare ed idratare la parte, mettendo prodotti esterni interferiamo con il processo naturale. L’unica causa reale delle ragadi è l’attacco scorretto, di conseguenza non sono prevedibili se non cin una corretta informazione e quindi controllo dello stesso.
Come rimedio oltre al latte stesso si consiglia la lanolina che, contrariamente alla connettività etc , può essere ingerita dal bambino e non costringe quindi a lavare il seno ( sottoponendolo quindi ad ulteriore stress) prima della poppata .
Roberta
Mamma socia fondatrice di una associazione di sostegno dell’allattamento al seno secondo le direttive OMS Unicef .