Tempo fa mi capitò di visitare una bimba di 3 anni. Ho già detto più volte che non essendo pediatra nell’ambito della mia professione di pneumologa non amo visitare i bambini; faccio, o mi tocca fare, delle eccezioni nel caso di amici o conoscenti. In quel caso si trattava della figlia di una dipendente dell’ospedale che aveva la tosse da alcuni mesi. Non si trattava di tosse cronica né di forme virali ma di esito di pertosse.
Rimasi un po’ perplessa perché la bambina era stata vaccinata eppure la ricerca degli anticorpi nel sangue confermava proprio la patologia.
In realtà non è raro che bimbi vaccinati contraggano la malattia, in particolare sembra che il batterio che causa la pertosse si stia evolvendo per ‘sfuggire’ ai vaccini.
La notizia è stata pubblicata dal Journal of Infectious Diseases in seguito ad uno studio britannico, in cui sono stati studiati diversi ceppi isolati nel 2012.
Nel 2012 nel Regno Unito vi fu un’epidemia: oltre 12mila soggetti malati, con 14 bimbi deceduti; si arrivò quindi alla decisione di vaccinare le donne in gravidanza per proteggere i neonati nei primi mesi di vita. Analizzando i ceppi dell’epidemia i ricercatori hanno scoperto che il batterio sta mutando nelle proteine superficiali, quelle ‘riconosciute’ dal sistema immunitario, più velocemente che nelle altre parti. Al momento il vaccino è ancora l’arma più efficace per prevenire la pertosse, una malattia che sta facendo la sua ricomparsa in Europa, ma in futuro il batterio potrebbe diventare capace di ‘sfuggire’ alla risposta immunitaria causata dall’infezione.
[…] per i minori tra 0 e 16 anni: anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella, […]