Ancora un evergreen già trattato: il morso di zecca. Ogni anno in primavera-estate è in aumento il numero di persone che richiedono le cure dei sanitari per essere stati morsi da zecche, infettate da animali selvatici e presenti soprattutto nelle aree boschive pedemontane. Le zecche sono in aumento anche per l’aumentare dei terreni incolti.
Il morso di zecca è indolore e nel 70% dei casi passa inosservato. Se la zecca non è infetta non trasmette alcuna infezione (il rischio di contrarre infezioni dopo morso di zecca è del 5% circa) per cui di norma non è consigliato l’uso preventivo dell’antibiotico se non compaiono manifestazioni cliniche.
Ci sono due malattie trasmesse dalle zecche comuni in Europa:
La prima è piu rara e comporta il rischio di trasmissione attraverso la zecca del virus TBE (acronimo del virus di Tick-Borne Encephalitis); circa un quarto delle persone infettate con il virus TBE può ammalarsi e sviluppare i sintomi di encefalite: febbre alta, forti mal di testa e artralgie, talvolta, paralisi e convulsioni. È una patologia tipica dell’età adulta, nei bambini e negli adolescenti spesso provoca sintomi più lievi e regredisce spontaneamente in tempi brevi; negli altri casi non è stata individuata una terapia idonea e risolutiva ma si applica una terapia di supporto basata sulla cura dei sintomi.
La seconda, più frequente, è la Borreliosi (malattia di Lyme), un’infezione batterica causata appunto da un batterio di nome borrelia, che si trova all’interno di alcune zecche le cui manifestazioni si distinguono in precoci e tardive. Manifestazioni precoci sono principalmente l’eritema migrante (60-80% dei casi) e sintomi simil-influenzali: febbre, cefalea, astenia, artro-mialgie migranti e intermittenti e linfoadenopatie.
L’Eritema migrante è una lesione cutanea arrossata di forma anulare, più chiara al centro, inizialmente di piccole dimensioni che può raggiungere nei giorni le dimensioni di una moneta. L’eritema compare dai 3 ai 30 giorni dal morso della zecca infetta, nel 60-80% dei casi di infezione, dura in media 3-4 settimane e può recidivare nel 25-50% dei casi.
Manifestazioni tardive principali della borreliosi sono l’artrite (60% dei casi), la meningite o la polineurite (15% dei casi) e aritmie cardiache (4-8% dei casi). Se non si ricevono cure adeguate nel tempo si può andare incontro ad artrite cronica con difficoltà nella postura e nella deambulazione mentre in rari casi le complicanze neurologiche portano a perdita della memoria, instabilità fisica e comportamentale.
L’infezione in gravidanza è molto pericolosa ed essere responsabile di aborto spontaneo.
L’infezione da borrelia non conferisce un’immunità permanente: nei pazienti già trattati con antibioticoterapia persiste il rischio di reinfezione a seguito di un nuovo morso di zecca .
La diagnosi precoce di borreliosi si fonda essenzialmente sulle manifestazioni cliniche poiché il test per la ricerca di anticorpi anti-borrelia nelle fasi precoci dell’infezione (4-6 settimane) risulta ancora negativo.
La malattia di lyme non si può prevenire in quanto non esiste un vaccino; è indispensabile attenzione e abbigliamento adeguato nell’erba, ai margini dei boschi , alla base di cespugli e vicino ai corsi d’acqua oltre ad un ‘ispezione adeguata del corpo al ritorno da gite in questi luoghi.
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