Di influenza ho già parlato lo scorso anno e poiché sintomi, indicazioni e raccomandazioni sono sempre gli stessi, sarebbe inutile tornare sull’argomento. Ma…ovviamente c’è un motivo se invece ne riscrivo. Ogni giorno vedo o parlo con mamme ansiosissime che continuano a farmi le solite domande: perché il pediatra non ha voluto visitare il figlio con 38° di temperatura, perché in pronto soccorso hanno dovuto attendere ore e poi sono stati liquidati malamente con la prescrizione della tachipirina, perché se hanno fatto vaccinare il figlio ha avuto ugualmente l’influenza, etc etc…
Premesso che talora i medici sono sbrigativi e se spendessero solo una parola in più, questa servirebbe a risolvere molte situazioni, ammetto che talora anche io mi sono seccata non poco con chi, magari alle 3 di notte, ha portato in pronto soccorso il figlio di 8-9 anni perché aveva 38° di temperatura o un episodio di vomito.
Esiste una via di mezzo e cercherò di dare qualche consiglio pratico.
Innanzitutto il vaccino antinfluenzale previene solo l’influenza. Chi è vaccinato può comunque essere «attaccato» dai centinaia di virus parainfluenzali che danno gli stessi sintomi ma non sono influenza. E questo vale per tutti, grandi e piccini.
L’influenza di per sé non è particolarmente pericolosa (ovviamente non parlo delle categorie a rischio), dura 3-5 giorni e si manifesta con sintomi che compaiono all’improvviso: febbre, generalmente tra i 38 e i 39°C, accompagnata da brividi e sudorazione, affaticamento, dolori muscolari, cefalea, e uno stato di intensa debolezza. A questi si possono aggiungere tosse, secca e persistente, che può causare dolori al petto e, talvolta, mal di gola e naso chiuso.
Se non esistono problemi di salute, di solito non vengono prescritte cure particolari per l’influenza bensì una terapia che possa controllare i principali sintomi provocati dai virus influenzali. I farmaci più utilizzati sono i così detti sintomatici perchè portano un certo sollievo ai sintomi ovvero antipiretici e antidolorifici. Di prima scelta è il paracetamolo che, oltre ad abbassare la febbre, riduce il mal di testa e i dolori muscolari. Per combattere l’influenza può essere impiegato anche l’acido acetilsalicilico, da evitare però nei bambini fino ai 12 anni perché la sua assunzione potrebbe causare la sindrome di Reye, una grave anche se rara malattia che potrebbe determinare gravi danni cerebrali. L’uso dei farmaci per la tosse deve essere valutato caso per caso e assunti sempre su prescrizione medica. Lo stesso discorso vale per gli antibiotici. L’influenza è una malattia virale e come tale non li richiederebbe, ma potrebbero essere necessari quando si sospetta una sovrainfezione batterica. Molto utile inoltre umidificare l’ambiente per prevenire secchezza delle mucose.
Per quanto riguarda la visita medica io credo che debba essere pretesa da parte del pediatra di base nella prima giornata dall’esordio dei sintomi per tutti i bambini di età inferiore all’anno. A mio giudizio quando il bambino è molto piccolo non può valere la regola dell’aspettare 3 giorni perché, soprattutto se si tratta del primo episodio febbrile l’evoluzione e le eventuali complicanze possono essere imprevedibili. Inoltre in particolar modo per le mamme al primo figlio è un modo per avere maggior tranquillità nella gestione di un evento nuovo. I bambini fino alla scuola materna possono aspettare per un controllo che, anche dopo 2-3 giorni, è comunque necessario. Quando parliamo di bimbi più grandi, bè….non credo sia più necessaria la corsa alla visita. Ovviamente il mio discorso è valido in linea generale per le forme non complicate con i sintomi che ho descritto e per bambini in buona salute. Se intervengono altri sintomi come ad esempio peggioramento del respiro, del catarro, improvviso rialzo febbrile è importante consultare il pediatra. A qualsiasi età inoltre una visita medica è necessaria in chi soffre di particolari patologie soprattutto respiratorie. E l’accesso in pronto soccorso diventa indispensabile se si ha in corso una crisi asmatica o il bimbo presenta le convulsioni febbrili, soprattutto al primo esordio.
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