Di mononucleosi avevo già parlato ma ho pensato di ritrattare l’argomento in maniera più completa e schematica a causa dei frequenti casi di cui ho sentito parlare in questi giorni, della difficoltà a discernere i sintomi da quelli, simili, ma di altre patologie e dei dubbi che ancora si nascondono dietro questa malattia apparentemente banale.
definizione:
è una malattia infettiva acuta e contagiosa dovuta al virus di Epstein-Barr un microrganismo appartenente alla famiglia degli herpesvirus; in gergo popolare è conosciuta come malattia del bacio
incubazione
nei bambini piccoli è di circa un mese, mentre negli adulti 45-60 giorni
contagio:
– per via diretta (tramite la saliva, per questo è chiamata “malattia del bacio”)
– per via indiretta (ad esempio bevendo con un bicchiere usato da un paziente infetto o nel caso dei bambini piccoli con lo scambio di giochi o ciucci).La mononucleosi è diffusa soprattutto nella fascia di età che va dai 15 ai 25 anni, ma può interessare anche adulti o bambini. Nei bambini che contraggono la mononucleosi in età inferiore ai 12 anni (con lo scambio di giochi portati alla bocca), l’infezione è quasi sempre asintomatica o con sintomi così lievi da venire, il più delle volte confusa con una normale influenza.
Sintomi
– febbricola (37°C) o febbre (fino a 39- 40°C) che può persistere per 8-15 giorni
– spossatezza e inappetenza.
– nei bambini di età inferiore ai 5 anni si possono verificare anche edema palpebrale e gastroenterite
La fase acuta è caratterizzata da:
– mal di gola, con presenza di placche bianco-giallastre sulle tonsille, che spesso raggiungono notevoli dimensioni, impedendo la deglutizione (nei casi più seri, possono verificarsi difficoltà respiratorie, a causa della parziale ostruzione delle alte vie aeree).
– ingrossamento dei linfonodi del collo, del fegato e della milza
– comparsa di un esantema: lesioni cutanee tipo quelle del morbillo, che in genere si risolve in 4-5 giorni.
Durata della malattia:
è estremamente variabile; se la fase acuta ha una durata media di 15 giorni circa, la completa guarigione dalla malattia è diversa da persona a persona, i linfonodi rimangono aumentati per altre 2-3 settimane e il senso di affaticamento può rimanere anche per 4-6 settimane.
Diagnosi:
– si basa sulla clinica
– esami ematochimici: emocromo dove risultano aumentati i globuli bianchi con alterazioni della formula leucocitaria. Aumento modesto delle transaminasi e della VES
La prognosi è buona e le complicanze sono rarissime:
– respiratorie (broncopolmonite interstiziale);
– ematologiche (piastrinopenia, anemia emolitica, rottura di milza)
– cardiache (miocarditi)
– neurologiche (meningo-encefaliti, sindrome di Guillain-Barre’).
Terapia:
è soprattutto una terapia di supporto e si basa su:
– riposo (una condizione da rispettare scrupolosamente soprattutto per evitare una temuta complicazione, per fortuna rara, che riguarda la milza).
– alimentazione equilibrata
– buona idratazione
– somministrazione di farmaci anti-infiammatori e antipiretici
riammissione a scuola e ad attività sportive:
Si consiglia il riposo a letto e la sospensione di tutte le attività sportive per almeno 1-2 mesi nei casi a rischio di complicanze (ad esempio nel caso di aumento di volume della milza). Inoltre soprattutto negli sport in cui c’è contatto fisico, eventuali traumi addominali potrebbero causare la rottura proprio della milza.
Per quanto riguarda la riammissione a scuola, Il bambino può tornare non appena si sente bene, in forze e non avrà più febbre.
prevenzione:
Prevenire la mononucleosi è praticamente impossibile. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, l’infezione si contrae da bambini e decorre in modo asintomatico o paucisintomatico. Per questo, di solito non è possibile sapere se un bimbo ha la mononucleosi e se è contagioso per gli altri. Per tale motivo la maggior parte degli adulti possiede gli anticorpi protettivi pur non essendone consapevoli.
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