Quando qualche giorno fa, quando scrissi un post sul vaccino della pertosse realizzai che però non ne avevo mai scritto uno sulla pertosse. Mi ripromisi di farlo ed una bozza era anche pronta per la pubblicazione quando mi accorsi di essere scollegata dalla linea telefonica e quindi anche da internet. Siamo rimasti isolati per ben 5 giorni. Ma di questo e della mia arrabbiatura, avrò modo di parlare…
Torniamo alla “nostra” pertosse: definita volgarmente “tosse canina”, è una malattia infettiva, molto contagiosa,causata da un batterio, la Bordetella pertussis, che si localizza preferibilmente nelle cellule di rivestimento dell’apparato respiratorio. Ha un’incubazione variabile da 1 a 3 settimane e si trasmette dal malato al sano attraverso le goccioline di saliva emesse con la tosse, gli starnuti o anche semplicemente parlando.
Chi è affetto da pertosse è contagioso dall’inizio del periodo catarrale fino a tre settimane dall’inizio della fase convulsiva.
L’aver contratto l’infezione dà immunità permanente, ma poiché può essere causata anche da altri patogeni come la Bordetella parapertussis, l’infezione può ripetersi più volte.
Inoltre l’immunità (protezione nei confronti di ulteriori attacchi della malattia) che deriva sia dall’aver contratto la malattia sia dal vaccino, declina lentamente nel corso del tempo. Persone che hanno avuto la pertosse da bambini possono, in età adulta o avanzata, andare incontro nuovamente alla malattia, anche se in forma più attenuata e/o atipica.
Prima dell’introduzione dei vaccini antipertosse, almeno l’80% delle persone veniva infettato dal batterio della pertosse prima dell’adolescenza. Praticamente tutti sono a rischio di contrarre la pertosse, tranne coloro che sono stati vaccinati o hanno avuto la malattia in tempi relativamente recenti.
I bambini, contrariamente a quanto avviene con altre malattie infettive, sono suscettibili alla pertosse fin dalla nascita. Gli anticorpi materni, anche se presenti, non sembrano in grado di proteggere i neonati dall’infezione.
Dal punto di vista della sintomatologia nella pertosse tipica si distinguono 3 fasi della durata media di circa 2 settimane:
1. Fase catarrale caratterizzata da febbricola, sintomi respiratori, tosse resistente ai sedativi, che insorge durante la notte
2. Fase parossistica (che può durare anche 4 o più settimane) caratterizzata da accessi di tosse spasmodica (serie di colpi di tosse secchi, ravvicinati, seguiti da tipica e rumorosa inspirazione forzata a glottide chiusa); si può avere anche l’emissione di un blocchetto di muco denso, trasparente. Durante l’accesso il paziente è sofferente, la faccia congesta, edematosa, gli occhi iniettati, lacrimanti, la lingua protrusa, esposta al morso e alla rottura del frenulo. Alla fine dell’accesso frequente il vomito. Negli intervalli tra un accesso di tosse e l’altro, il paziente sta bene
3. Convalescenza
La malattia non complicata dura pertanto circa da 6 a 10 settimane.
La diagnosi di pertosse viene fatta basandosi sulla clinica e sul dosaggio degli anticorpi anti pertosse.
La pertosse è una malattia particolarmente pericolosa nei bambini molto piccoli, al di sotto del primo anno di vita, in cui può essere responsabile di gravi complicazioni, spesso con conseguenze invalidanti permanenti, o addirittura di decesso (il 70% dei decessi per pertosse si verifica nel primo anno di vita).
La terapia è antibiotica con macrolidi per 14 giorni, è da somministrare nella fase iniziale,altrimenti non sono utili. È utile inoltre il riposo, in ambiente tranquillo e confortevole: gli attacchi di tosse, oltre che dall’esercizio fisico, dallo sbadiglio o da starnuti, possono essere provocati da stimoli esterni improvvisi.
A titolo preventivo è disponibile un vaccino “acellulare” (DTaP), contenente cioè soltanto alcuni componenti del batterio. Questo nuovo vaccino, rispetto al vecchio preparato ottenuto con cellule batteriche intere, provoca un minor numero di reazioni nei vaccinati, pur conservando una elevata efficacia protettiva.
Il vaccino antipertossico è solitamente combinato con il vaccino antitetanico e antidifterico (DTaP) al quale si accomuna per modo e calendario di somministrazione.
Per l’immunizzazione dei nuovi nati, di solito oggi, viene utilizzato il vaccino esavalente che oltre a proteggere contro la pertosse previene anche il tetano, la difterite, la poliomielite, l’epatite virale B, e le infezioni invasive da HIB.
[…] dovute a germi capaci di una vera e propria azione distruttiva sulle pareti bronchiali. Una pertosse nel neonato, ad esempio, è spesso causa di successivo sviluppo di bronchiectasie attraverso il […]