Che microba sia precoce un po’ in tutto è noto e ne ho già parlato; spesso chiede e ottiene risposta su domande “più grandi di lei”. Ma io sono dell’idea che se un bambino ha delle curiosità, dei dubbi, delle domande appunto, bisogna dare una risposta. Sempre. Con un linguaggio idoneo all’età, ma spiegando senza giri di parole, metafore o simili. E questo vale anche e soprattutto per quanto riguarda la sfera sessuale. Solo così i nostri figli apprendono informazioni corrette e soprattutto sanno che non bisogna avere timore o vergogna nel rivolgersi ai genitori.
Ho solo una perplessità nell’essere così spontanea: cosa va a raccontare agli amichetti e alle maestre dell’asilo la mia piccola chiacchierona? Magari non tutti i genitori sono così aperti…
Ne ho parlato proprio qualche giorno fa con una mamma di 3 figli. La più piccola ha l’età di microba. Frequentano la stessa classe della materna. Si è messa a ridere e mi ha detto che se microba fosse tornata a casa parlando del papilloma virus tutte le informazioni venivano da casa sua. Il figlio più grande aveva infatti parlato dell’argomento anche in presenza della sorellina più piccola, dopo aver saputo che una compagna era andata a fare il vaccino.
Mi sono consolata, riflettendo che in fondo è normale che i figli minori sappiano tutto e prima in molti campi.
Ho però preso spunto per parlare di papilloma virus. In fondo il blog sta crescendo, così come le mamme e i figli dei primi lettori a cui interessano argomenti più “adulti”.
L’infezione da Hpv (dall’inglese Human papilloma virus) è molto frequente nella popolazione e costituisce una famiglia composta da oltre cento varietà diverse di virus. L’infezione genitale da Papilloma virus umano si trasmette essenzialmente attraverso i rapporti sessuali: è infatti una delle più frequenti malattie sessualmente trasmesse. È ammesso che la trasmissione possa avvenire anche con un contatto fisico, se ci sono cellule virali attive e se sono presenti lacerazioni, tagli o abrasioni nella pelle e/o mucose. Le persone che hanno un sistema immunitario particolarmente vulnerabile sono più esposte al rischio di contagio.
Si stima che fino all’80% delle donne sessualmente attive si infetti nel corso della vita con un virus Hpv, con un picco di prevalenza nelle giovani donne fino a 25 anni di età. La maggior parte delle infezioni da Hpv è transitoria, perché il virus viene eliminato dal sistema immunitario prima di sviluppare un effetto patogeno. Il 60-90% delle infezioni da Hpv, incluse quelle da tipi oncogeni, si risolve spontaneamente entro 1-2 anni dal contagio. La persistenza dell’infezione virale è invece la condizione necessaria per l’evoluzione verso il carcinoma. In questo caso, si possono sviluppare lesioni precancerose che possono progredire fino al cancro della cervice uterina. In caso di infezione persistente, il tempo che intercorre tra l’infezione e l’insorgenza delle lesioni precancerose è di circa 5 anni, mentre la latenza per l’insorgenza del carcinoma cervicale può essere di decenni (20-40 anni).
Il tumore della cervice uterina è stata la prima neoplasia ad essere riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come totalmente riconducibile ad una infezione: essa è infatti causata nel 95% dei casi da una infezione genitale da HPV. I sintomi del Papilloma virus umano variano in base al tipo di infezione. Generalmente, i segni più comuni dell’infezione sono le verruche (verruche comuni quali verruche plantari o verruche genitali).
Le verruche genitali (definite condilomi) possono essere localizzate sui genitali esterni, all’interno della vagina, intorno o dentro l’ano e sul perineo. Queste lesioni si manifestano come piccole escrescenze, a volte disposte a grappolo, dalla forma che ricorda quella di un cavolfiore. In altri casi le lesioni sono piatte e tendono a sovrapporsi.
La maggior parte delle lesioni causate da HPV sono asintomatiche, ma in alcuni casi, le verruche possono provocare fastidio, prurito o disagio. I ceppi di HPV che provocano il cancro nelle zone genitali, non si manifestano invece attraverso i condilomi, ma con modificazioni asintomatiche a carico delle mucose genitali (tipicamente del collo uterino).
Mano a mano che il cancro alla cervice uterina progredisce, e le possibilità di cura diminuiscono, possono comparire i tipici sintomi della malattia: sanguinamenti dopo un rapporto sessuale e leggero dolore durante lo stesso, perdite vaginali acquose o sanguinolente, talvolta di odore sgradevole, dolore alla regione pelvica, sanguinamenti vaginali al di fuori del periodo mestruale o dopo la menopausa.
La trasmissione dei condilomi genitali si può ridurre, diminuendo i rapporti a rischio, promiscui od occasionali e utilizzando sempre il preservativo. È importante inoltre curare l’igiene personale.
Le donne sessualmente attive devono sottoporsi periodicamente alla visita ginecologica e al Pap Test, meglio se abbinato alla ricerca del DNA virale. Programmi di screening del cervicocarcinoma basati sul Pap-test sono in atto da molti anni nella maggior parte dei Paesi industrializzati; in Italia è tuttora raccomandato ogni tre anni per le donne tra 25 e 64 anni. Si stima che il Pap-test eseguito a intervalli regolari di 3-5 anni riduca il rischio di sviluppare un tumore cervicale invasivo di almeno il 70%.
Se necessario, si effettuano biopsie mirate a carico delle mucose genitali (colposcopia). Non esistono attualmente farmaci per curare l’infezione da HPV. Per fortuna, nella maggior parte dei casi, l’infezione si risolve spontaneamente o è eliminata dall’organismo prima che causi problemi. I condilomi genitali invece vengono generalmente vaporizzati attraverso la diatermocoagulazione o i trattamenti laser.
Le lesioni precancerose della cervice uterina, vengono asportate con asportazioni parziali del collo dell’utero, permettendo alla donna di mantenere inalterate le capacità riproduttive. Quando il tumore si è già sviluppato, la terapia varia a seconda dello stadio e consiste in asportazione parziale o totale dell’utero, ed eventualmente delle ovaie e tube, chemioterapia e/o radioterapia. Da alcuni anni esiste in commercio un vaccino che protegge la cervice uterina dai ceppi più pericolosi di HPV. Studi scientifici ne hanno promosso la somministrazione alla popolazione adolescente di entrambi i sessi, per ridurre il rischio di contagio. Recenti studi sembrerebbero validare l’utilizzo del vaccino anche alla popolazione adulta o già infettata dal virus stesso.
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