ll tempo di incubazione della meningite può variare a seconda della causa dell’infezione (virus o batterio):
– nella forma virale: varia da tre a sei giorni
– nella forma batterica: varia dai 3 ai 10 giorni
La malattia è contagiosa soltanto durante la fase acuta, ossia la fase in cui sono presenti sintomi.
I sintomi classici della meningite sono diversi e dipendono sia dall’età del malato sia dalla causa dell’infezione. I primi sintomi possono presentarsi all’improvviso oppure più lentamente dopo alcuni giorni in cui si è affetti da altre più banali forme infettive: raffreddore, diarrea, vomito etc.
Nelle prime 8 ore dal contagio si possono presentare sintomi così detti precoci: dolori alle gambe, mani e piedi freddi,colorito anormale. I sintomi tradizionalmente conosciuti tendono invece a svilupparsi in una fase avanzata della patologia (da 13 a 22 ore dal contagio). I più caratteristici sono febbre, mal di testa (il sintomo caratteristico della malattia e il più comune all’esordio, colpisce infatti il 90% degli adulti) irritazione delle membrane meningee che il paziente avverte come una forma di rigidezza dei muscoli nucali con conseguente rigidità del collo e del dorso.
Altri sintomi sono letargia, irritabilità, alterazione dello stato mentale, fotofobia (eccessiva sensibilità degli occhi alla luce), torcicollo; nei casi più gravi sono presenti anche crisi convulsive. In alcune forme di meningite meningococcica (le più gravi) compaiono, insieme con la febbre e gli altri sintomi, piccole macchie rosso-porpora (petecchie) sparse per tutto il corpo.
La forma più severa è poi la sepsi meningococcica (setticemia o meningite da meningococchi). Questa condizione è caratterizzata da insorgenza improvvisa di febbre e rash cutaneo ed è spesso associata a ipotensione, shock, insufficienza multi-organo.
Nelle forme neonatali, la meningite si può presentare senza febbre e oltre alla rigidità del collo il piccolo può manifestare ittero, appetito insufficiente con poppate più deboli del solito, pianto dai toni molto acuti, sporgenza della fontanella (il punto non ancora ossificato che si trova sulla parte anteriore alta del cranio del bambino).
La meningite virale invece tende a provocare sintomi parainfluenzali, come la febbre e raffreddore, e può essere talmente lieve da passare inosservata anche per il medico. La maggior parte dei casi di meningite virale guarisce completamente entro 7-10 giorni, senza alcuna complicazione o terapia.
La diagnosi di meningite, sospettata dal medico dai segni clinici, deve essere confermata da una puntura lombare. Il liquido prelevato (il liquor cerebrospinale o cefalo-rachidiano che circola nelle cavità contenute all’interno dell’encefalo e del midollo spinale) sarà successivamente analizzato in laboratorio. Oltre alla puntura lombare con analisi del liquor, vengono eseguiti alcuni esami del sangue ed il tampone nasale e faringeo per cercare di identificare il germe responsabile dell’infezione.
La gravità della meningite batterica è più elevata in età pediatrica: gli esiti neurologici a permanenti si manifestano infatti nel 30-35% dei casi; la mortalità nel 5-10% dei casi. Le complicazioni della meningite batterica possono inoltre essere gravi:
– sordità,
– problemi di vista
– convulsioni,
– disabilità intellettive.
Anche il cuore, i reni e le ghiandole surrenali potrebbero essere colpiti. Alcuni bambini sviluppano problemi neurologici che durano per tutta la vita, però nella maggior parte dei malati la patologia viene diagnosticata e curata in tempo e guarisce completamente.
Il trattamento della meningite deve essere però tempestivo; la cura è più efficace se il ceppo agente dell’infezione viene caratterizzato e identificato. Nel caso di meningiti virali, non c’è cura antibiotica, ma la malattia è meno grave e i sintomi si risolvono di solito nel corso di una settimana, senza necessità di alcuna terapia specifica. È importante tenere presente che la terapia antibiotica di una infezione respiratoria può mascherare l’inizio di una meningite, ma la comparsa di sintomi quali rigidità del collo ed eventualmente piccole macchie rosse diffuse sulla pelle devono subito indurre a portare il bambino in ospedale. La terapia infatti consiste nella somministrazione di liquidi per via endovenosa, di antibiotici ed altri farmaci eventualmente necessari e viene eseguita in ospedale da ricoverati. La cura in caso di Meningococco dura 7 giorni, in caso di meningite da Pneumococco ed Haemophilus I 14gg, mentre per la Listeria m., Streptocco B, Enterobateriacee e Pseudomonas A. 21gg. Esistono diversi studi che hanno dimostrato che l’impiego di terapia steroidea (cortisone) nelle meningiti batteriche migliora la prognosi; tale terapia deve essere somministrata prima della prima dose di antibiotico o in concomitanza con questa.
Per quanto riguarda invece la chemio profilassi da meningococco viene effettuata per le persone ad alto rischio entro 48 h dall’ultimo contatto con il malato:
– contatti conviventi
– contatti di asili nido o scuole materne che abbiano condiviso le stoviglie
– esposizione tramite baci, condivisione di spazzolino da denti, posate
– soggetto che ha mangiato o dormito frequentemente nella stessa abitazione del paziente.
Non va effettuata per soggetti a basso rischio:
– Contatto casuale
– Contatto indiretto (contatto con una persona ad alto rischio)
– Personale di assistenza non esposto alle secrezioni orali del paziente
La terapia di prima scelta, sempre su indicazione del proprio medico, è la Rifampicina (Rifadin); altri farmaci possono essere Ceftriaxone e Ciprofloxacina (500mg per bocca in dose singola ai maggiori di 18 anni e non in gravidanza).
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