Questa notizia farà felici moltissimi bambini, un po’ meno le mamme. Secondo le ultime ricerche presentate al 115° Convegno dell’American Academy of Ophthalmology di Orlando (Usa) l’uso dei videogiochi potrebbe essere utile per curare l’ambliopia, nota come sindrome dell’occhio pigro ovvero un deficit dell’acutezza visiva tipica dell’età pediatrica. E pensare che al miglior amico di Supernano, patito di giochini elettronici ed anche affetto da ambliopia, i genitori, per rimandare ancora un po’ l’acquisto dell’oggetto del desiderio, hanno detto che si può comprare solo all’estero.
I giovani pazienti partecipanti allo studio, fra i 10 e i 18 anni, hanno indossato degli occhiali speciali che bloccavano l’occhio più forte per almeno due ore al giorno. In questo periodo effettuavano esercizi standard di riabilitazione con l’occhio più debole ma utilizzavano anche in maniera sperimentale i videogiochi. Il bendare l’occhio sano è un’ottima e nota tecnica per far lavorare di più quello pigro, ma aggiungendo un’ora al giorno di videogioco con l’occhio sano bendato l’effetto benefico aumenta. Infatti i ricercatori sono riusciti ad ottenere guadagni significativi nella visione nel 30% dei pazienti, mentre nel 60% dei ragazzi miglioramenti di minor entità.
In passato si pensava che il segreto per la cura dell’ambliopia fosse l’intervento prima dei 6 anni, ma un recente studio dello United States-based Pediatric Eye Disease Group Investigation (Pedig) ha evidenziato aumenti significativi della visione nel 27% dei bambini curati anche in età adolescenziale; questi dati hanno incoraggiato il lavoro dei medici di Orlando sui ragazzini più grandi.
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