Una delle situazioni più fastidiose per genitori e bambini è la tosse, soprattutto notturna, una delle cause principali che portano a una visita pediatrica. Secondo recenti studi la tosse notturna disturba il sonno dell’88% dei bambini e del 72% dei genitori ed è pertanto impellente il desiderio di trovare un rimedio efficace per un sintomo tanto fastidioso quanto comune. Il problema è che molti farmaci da banco non possono essere utilizzati in età pediatrica a causa dei possibili effetti collaterali e della mancanza di efficacia provata.
Ma anche rimedi non farmacologici come il miele, spesso usato nel latte per calmare la tosse-il sempre valido rimedio della nonna- non può essere utilizzato nei bambini di età inferiore all’anno per il rischio di botulismo infantile (causa la possibile presenza di spore di Clostridium botulinum). Anche per questa ragione è stato avviato uno studio, poi pubblicato su JAMA Pediatrics, da parte dei ricercatori del Penn State College of Medicine di Hershey in Pennsylvania in cui è stato utilizzato il nettare di agave, che ha proprietà simili al miele ma non è associato a botulismo. Gli studiosi hanno suddiviso in 3 gruppi, 119 bambini, di età compresa tra 2 e 47 mesi.
Ad un gruppo hanno somministrato una nuova formulazione di nettare di agave pastorizzato, ad un altro un placebo (acqua colorata e aromatizzata), ad un terzo gruppo non è stata data alcuna terapia. È stato poi chiesto ai genitori di valutare la sintomatologia e si è notato che non ci sarebbero differenze nell’efficacia in termini di risoluzione della sintomatologia, fra nettare di agave e placebo. Entrambi i trattamenti sono però più efficaci dell’assenza di terapia. I risultati mostrano un significativo effetto placebo che se si traducesse nella pratica clinica limiterebbe la prescrizione spesso inappropriata di antibiotici.
Questi studi avvalorano sempre più il mio pensiero che ci sono delle “malattie” che “passano come sono venute”. Correre in pronto soccorso al primo accenno di tosse, alla prima febbre o peggio ancora se “cola” il naso sicuramente non è l’atteggiamento migliore. Innanzitutto perché si espongono i nostri bimbi a germi ben peggiori di quelli che hanno in corpo; si rischiano esami inutili perché troppo spesso la medicina è difensiva e ancora peggio si esce con la prescrizione di farmaci spesso inutili. Un medico che vede per la prima volta un bimbo che poi non rivedrà più, non ne conosce la storia clinica e tende ad essere più interventista che attendista.
Il discorso cambia in parte se ci si reca dal pediatra di base, ma quante volte sono stati prescritti farmaci solo perché la mamma vuole che siano prescritti? Io ho avuto spesso la sensazione di non essere considerata un bravo medico se non prescrivevo qualcosa. Negli ultimi tempi, vuoi per la crisi, vuoi per una maggior consapevolezza in ambito sanitario, le cose stanno cambiando. Non dimentichiamoci che stiamo parlando si della salute dei nostri figli, ma che i nostri figli stanno meglio, o staranno meglio se non li esponiamo a prodotti chimici e se permettiamo loro di farsi le difese immunitarie.
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