Commenti fuori dalla scuola: “Io a mio figlio do solo farmaci omeopatici, neppure la tachipirina”, altra mamma “anche io sto il più lontano possibile dagli antibiotici. Quando il pediatra li prescrive aspetto sempre qualche giorno, a volte i miei bambini guariscono da soli”. E così via tutte le mamme sullo steso tono. Io non sono intervenuta nella discussione. Poche volte quando faccio la mamma parlo anche da medico e poi sono dell’idea che “quando ci vuole ci vuole”. Ma allora se comunque questo è apparentemente il pensiero comune, perché secondo la Società Italiana di Pediatria in un anno, 58 bambini su 100 assumono almeno un farmaco nella maggior parte dei casi antibiotici, soprattutto nel primo anno di vita?
È stata condotta un’indagine su 1.139.388 bambini da 0 a 13 anni, appartenenti a 28 ASL italiane, afferenti alle regioni Veneto, Liguria, Toscana, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia. Sono state indagate le caratteristiche della popolazione pediatrica che ha avuto almeno una prestazione sanitaria nel corso del 2010, e considerati le prescrizioni farmaceutiche del Ssn, i ricoveri ordinari o gli accessi in Day Hospital, le prestazioni specialistiche e diagnostiche. Le prescrizioni farmacologiche hanno interessato soprattutto i bambini di età inferiore a 12 mesi in particolar modo i maschietti (69% vs il 65% delle femmine) e per ciascun bambino sono state prescritte in media 2,7 confezioni di medicinali. Quasi tutte le prescrizioni (96%) si concentrano su tre classi di farmaci: antibiotici (48%), antiasmatici (26%) e corticosteroidi (8,6%).
Secondo il presidente della SIP la causa dell’aumento della prescrizione di farmaci è complessa: innanzitutto c’è la convinzione diffusa che la medicina possa e debba risolvere immediatamente qualunque problema; c’è poi il fenomeno sempre più diffuso dell’automedicazione e infine,ma non di minor importanza, il pediatra è sottoposto a una pressione prescrittiva cui non è facile resistere. E quest’ultimo è un problema non da poco: io lo noto con gli adulti che quando vengono in ambulatorio o peggio in Pronto Soccorso per un banale raffreddore, e non gli viene prescritto nulla ti considerano un “cattivo medico”; ma nel caso dei bambini spesso è ancora peggio: se viene prescritto un farmaco al mattino e nel pomeriggio il piccolo ha ancora la febbre, verso sera il genitore lo porta ancora in Pronto soccorso spesso addirittura inveendo contro il medico che aveva effettuato la prescrizione.
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