Ogni anno milioni di turisti visitano Paesi con scarse condizioni igieniche e ogni anno un turista su tre torna a casa con uno sgradito souvenir: batteri intestinali resistenti a penicilline e cefalosporine.
Si tratta di batteri intestinali produttori di ESBL (extended spectrum beta-lactamase).
La maggior parte di questi viaggiatori in realtà non si rende conto di ospitare questi scomodi ‘clandestini’ perché questi batteri spesso non danno sintomi, ma quando si manifestano diventano un incubo dando la cosiddetta “diarrea del viaggiatore”, sintomi che peggiorano se si decidesse di assumere degli antibiotici.
Secondo uno studio finlandese effettuato un paio di anni fa e appena pubblicato su “Travel Medicine and Infectious Disease” i turisti trattati con antibiotici per diarrea del viaggiatore tornano a casa, portandosi dietro questi batteri produttori di ESBL nell’80% dei casi.
In altre parole, prendere antibiotici per la diarrea del viaggiatore mentre ci si trova all’estero, non solo mette a rischio di contrarre un’infezione da batteri produttori di ESBL, ma porta a selezionare anche i ceppi più resistenti.
Ai partecipanti allo studio, 90 persone tutte finlandesi, è stato chiesto di fornire un campione di feci prima della partenza per il viaggio e un altro al ritorno, e rispondere ad un questionario. Tutti sono risultati portatori di un ceppo intestinale di batteri produttori di ESBL. E’ stata quindi esaminata la suscettibilità dei vari ceppi alle diverse classi di antibiotici e i risultati sono stati confrontati con una serie di variabili quali la destinazione del viaggio, l’età del viaggiatore, la comparsa o meno di diarrea durante la permanenza all’estero e l’eventuale tipo di antibiotico utilizzato.
I paesi più a rischio per questi ceppi batterici sono quelli del sud e del sud-est asiatico, dell’Africa e dell’America Latina.
La resistenza agli antibiotici è una caratteristica che i batteri si possono trasmettere uno con l’altro, attraverso un ‘pacchetto’ di informazioni contenute nei geni di resistenza. E purtroppo, grazie a questo meccanismo, la maggior parte dei ceppi batterici ESBL con resistenza ai chinoloni, risulta resistente anche ad altri antibiotici; è per questo che i turisti che fanno un uso improprio di antibiotici, per un disturbo tutto sommato modesto, rischiano di contaminarsi con i ceppi ESBL più resistenti durante la loro vacanza e di portarseli dietro a casa.
E nonostante l’infezione sia raramente sintomatica, non vuol dire che sia meno pericolosa: anche un portatore asintomatico può trasmettere infatti ad altre persone questi batteri e, nei casi più sfortunati, provocare delle infezioni potenzialmente fatali e che trovano il medico sostanzialmente sguarnito di antibiotici da utilizzare.
E’ un altro esempio che illustra perché è così pericoloso ricorrere agli antibiotici quanto non strettamente necessario. Gli antibiotici per la diarrea del viaggiatore insomma sarebbe bene evitarli, almeno nei soggetti sani colpiti da forme da lievi-moderate. E’ invece fondamentale l’ idratazione e, se necessario, assumere un farmaco con attività anti-diarroica.
Lascia un commento