Tra le varie forme influenzali di questi giorni c’è anche quella con componente intestinale, ovvero con la diarrea.
Ho già più volte detto che a casa di mammamedico il nostro tallone d’achille è proprio l’apparato gastroenterico per cui sono qui ad incrociare le dita. E quando la nonna mi ha avvisato di essere a casa dell’altro nipotino malato appunto con diarrea le ho intimato di starci alla larga.
È pur vero che la diarrea spesso è causata da infezioni di breve durata e che di solito sono più fastidiose che pericolose, ma vorrei comunque non incapparvi.
Tutti sanno di cosa si tratta: la diarrea è la defecazione frequente, ovvero l’emissione di feci liquide o acquose, di solito dovuta a infezioni gastrointestinali sostenute da virus, batteri o parassiti.
In generale le infezioni che causano la diarrea sono altamente contagiose: nella maggior parte dei casi non si risolve finché c’è almeno una persona malata e alcune infezioni possono rimanere contagiose anche per più tempo.
Non rari però sono gli episodi non infettivi ma da riferire a colpi di freddo o a manifestazioni psicosomatiche.
Si parla di “diarrea acuta” quando si hanno 3 o più scariche diarroiche nell’arco di 24 ore; di ‘diarrea persistente’ quando gli episodi di diarrea durano oltre 14 giorni; di ‘diarrea cronica’ quando la durata è superiore ad un mese; questa può essere indice di allergie a determinati alimenti o intolleranza al lattosio, glutine o latte; spia di malassorbimento su base genetica, di malattie del tratto gastrointestinale, come la celiachia, di fibrosi cistica. Si definisce ‘dissenteria’ la diarrea con sangue e muco.
Talora la diarrea può essere associata al vomito; in tal caso si parla di gastroenterite virale (spesso definita influenza intestinale).
I microrganismi maggiormente in causa quando si parla di diarrea sono i virus soprattutto rotavirus (di cui ho già scritto) e gli adenovirus.
Per quanto riguarda invece i batteri troviamo Campilobacter Jejuni; Salmonella (nei paesi industrializzati questi batteri sono responsabili di grave intossicazione alimentare, soprattutto nei mesi estivi); Escherichia Coli (responsabile di diarrea protratta nel tempo, talora muco-ematica); Shigella (le infezioni da shigella definite shigellosi si diffondono con facilità nell’ambito famigliare, negli ospedali e nelle scuole dell’infanzia. I bambini dai 2 ai 4 anni hanno le maggiori probabilità di essere colpiti dall’infezione); Yersinia; Staphilococco (in genere si tratta di tossinfezione alimentare per ingestione di tossine presenti negli alimenti).
Le forme batteriche sono meno frequenti delle virali, ma più gravi.
Fra i parassiti troviamo l’ infezione da Giardia (definita giardiasi) che si diffonde facilmente attraverso gli ambienti e l’acqua contaminata, specialmente nei parchi acquatici e nelle piscine.
Un altro parassita responsabile di diarrea è il Cryptosporidium presente soprattutto nell’acqua, più o meno potabile; causa epidemie di diarrea nelle scuole e negli altri luoghi pubblici ed è responsabile di scariche di diarrea acquosa che possono durare per due settimane o anche di più.
La trasmissione di tali germi come sempre avviene attraverso mani poco pulite, alimenti o acqua contaminati,alcuni animali, il contatto diretto con escrementi (ad esempio con pannolini sporchi o con la superficie del gabinetto).
I sintomi di solito iniziano con dolore addominale e crampi, seguiti da diarrea che di solito non dura più di alcuni giorni. Si può avere anche febbre,perdita dell’appetito,nausea,vomito,perdita di peso,disidratazione.
Spesso, nel caso della gastroenterite virale, i bambini presentano febbre e vomito come primi sintomi, e solo in un secondo momento la diarrea.
Nel caso di diarrea non esiste una vera e propria terapia ma il più importante obiettivo sia per bambini e che per gli adulti è quello di prevenire la grave perdita di liquidi ovvero la disidratazione. Nei lattanti allattati al seno l’ allattamento materno deve continuare; nel caso di bambini allattati con latte artificiale questo va sospeso per 3-4 ore e sostituito con soluzioni reidratanti orali a base di Sali e glucosio, dopo questo tempo si può lentamente reintrodurre il latte. Dopo l’anno di vita l’alimentazione va sospesa per 4-5 ore e somministrate soluzioni reidrati; queste sono prodotti disponibili in farmacia senza prescrizione medica, in genere sotto forma di bustine. In alternativa poiché spesso queste non sono gradite ai bambini si possono somministrare spremute d’arancia, the deteinato, succo di mela diluito.
Per quanto riguarda l’alimentazione sono da preferire alimenti contenenti amido come patate, riso, pasta. Molti medici consigliano di escludere il latte o diluirlo, talora di usare latti speciali; in realtà in corso di diarrea l’intolleranza al lattosio non è un reperto frequente inoltre è bene non privare il bambino di calorie importanti e non modificare il normale metabolismo intestinale.
I farmaci, compresi gli antibiotici (che non hanno alcun effetto sui virus) e gli altri trattamenti, devono essere evitati a meno che non siano stati raccomandati da un medico.
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