Quando ho iniziato a lavorare in pronto soccorso tanti, ma non tantissimi, anni fa, nel caso si fosse presentato un ventenne con un dolore toracico il protocollo non prevedeva certamente accertamenti cardiologici approfonditi. Di fronte ad un elettrocardiogramma negativo il ragazzo veniva “rispedito” tranquillamente a casa. Da un po’ di tempo a questa parte invece anche al quindicenne vengono fatti gli accertamenti che un tempo toccavano solo agli ultra quarantenni. E in un periodo di spending review non si fanno certo per sperperare. Gli esami si sono resi necessari perché c’è stato un aumento di casi di infarto fra i più giovani causa uso di cocaina che si è pertanto guadagnata il titolo “droga da infarto“.
La mia piccola esperienza ha trovato conferma in uno studio presentato al convegno dell’American Heart Association 2012 a Los Angeles. In persone che fanno uso regolare di cocaina sono state trovate arterie più rigide, pressione sanguigna più alta e parete del muscolo cardiaco più spessa rispetto ai non utilizzatori: tutti fattori che aumento il rischio di un’ischemia cardiaca. Attraverso una risonanza magnetica si è visto infatti che i consumatori di cocaina avevano dal 30% al 35% di aumento dell’irrigidimento dell’aorta; 8 mm Hg in più di pressione sistolica e il ventricolo sinistro più spesso del 18%.
Oltre ad essere triste il riscontro di casi di infarto fra persone giovani e in forma, che ignorano le conseguenze per la salute legate al consumo di cocaina è ancor più preoccupante il fatto che gli stessi spesso neghino l’assunzione di sostanze stupefacenti e pertanto rendono difficile ai medici la formulazione di una valida diagnosi.
Mickey dice
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