Ebbene alla luce di questo alcuni dei miei pazienti si sono trovati di fronte ad insegnanti che non credevano che la loro dispnea (mancanza di respiro) era in effetti reale.
Tutto questo non vuol dire che il bambino/ragazzo con patologie croniche debba essere esonerato dall’ora di educazione fisica: per alcuni di loro l’educazione fisica a scuola è l’unico momento dedicato al movimento e l’esonero, magari solo parziale, serve davvero in pochissimi casi; spesso inoltre i bambini asmatici o cardiopatici traggono giovamento dal moto, ovviamente praticato attenendosi alle dovute precauzioni.
L’esonero temporaneo può servire dopo fratture, in particolari fasi di terapie immunosoppressive, in caso di tumori, nei postumi di malattie serie o nei casi appunto in cui si stanno facendo accertamenti relativi proprio a sintomi manifestatisi nell’ora di ginnastica.
L’esonero totale è previsto solo in situazioni gravi: dai deficit neurologici o motori persistenti, alle cardiopatie severe; la maggioranza delle cardiopatie diffuse fra i bambini non richiede invece alcuna limitazione.
Il cardiopalmo, molto comune fra i bambini, deve essere indagato solo se gli episodi si ripetono di frequente; anche lo svenimento può essere consueto, soprattutto fra le ragazzine e magari nell’ambiente caldo e affollato della palestra, ma innocuo.
Anche negli asmatici e allergici, l’esercizio fisico è di grande aiuto terapeutico; è indubbio che si possono presentare maggiori difficoltà respiratorie proprio durante l’attività sportiva, ma in questi casi è utile avere con sé il proprio broncodilatatore d’emergenza per risolvere il problema.
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