Sono da sempre contraria all’abuso di farmaci e ne prescrivo lo stretto necessario. L’ho scritto più volte. Come ho già detto che spesso agli occhi del paziente chi non prescrive perchè conscio dell’inutilità di talune prescrizioni, è un “cattivo” medico.
Ovviamente applico il mio pensiero a tutte le fasce d’età. Bambini soprattutto. E oggi qualcuno la pensa come me parlando delle donne in gravidanza. Secondo gli esperti del Drug and Therapeutics Bulletin (Dtb), edito dal British Medical Journal, Multivitaminici e integratori di sali minerali venduti come specifici per la gravidanza sono in realtà una spesa non necessaria: la vendita di tali prodotti non sembrerebbe essere supportata da alcuna evidenza scientifica relativa a benefici per gestante e nascituro soprattutto perché gran parte delle evidenze cliniche con cui questi prodotti sono reclamizzati derivano da studi condotti in paesi a basso reddito dove le donne sono malnutrite. I multivitaminici specifici per la gravidanza contengono vitamine del gruppo B (B1, B2, B3, B6, B12), vitamine C, D, E, K, acido folico, iodio, magnesio, ferro, rame, zinco e selenio di cui la maggioranza delle gestanti in Occidente non ha certo bisogno essendo disponibili con una dieta corretta. Estremamente importante continua invece ad essere l’assunzione di acido folico ed eventualmente vitamina D nelle dosi raccomandate e disponibili anche come generici a basso costo.
Acido folico in gravidanza: l’importanza delle giuste quantità
Credo che ormai sia noto e stranoto che in gravidanza ma anche nei mesi antecedenti il concepimento, sia indispensabile assumere acido folico. Ma cos’è questo acido folico? È una vitamina del gruppo B, ovvero la vitamina B9, che non viene prodotta dall’organismo ma deve essere assunta con il cibo, in condizione di normalità in quantità di 0.2 mg al giorno. In gravidanza è fondamentale nella prevenzione delle malformazioni neonatali, in particolar modo del tubo neurale, che si possono sviluppare nelle prime fasi dello sviluppo embrionale; in questa fase pertanto il fabbisogno della donna raddoppia a 0.4 mg perché il feto utilizza le riserve materne. Ma se l’acido folico viene assunto in dose maggiore? Secondo una ricerca spagnola recentemente pubblicata su Jama Pediatrics assumendone quantità in eccesso salirebbe il rischio di problemi psicomotori nel feto.
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Come comportarsi prima della gravidanza
Quando si parla di bimbi e gravidanze si pensa sempre al dopo, al momento in cui cioè «la cicogna è già in viaggio». Frasi poetiche a parte, quello che voglio dire è che nella maggior parte dei casi poche sono le informazioni che si hanno per arrivare al concepimento nelle migliori condizioni possibile. Io per esempio il massimo sforzo che ho fatto è stata una visita ginecologica un paio di mesi prima. In realtà secondo l’ASM (Associazione Studio Malformazioni) per avere un bimbo sano la prevenzione è essenziale. Le campagne informative fatte in passato puntavano molto sulla prevenzione delle infezioni, rosolia e toxoplasmosi fra tutte, ma oggi non è sufficiente poiché è cambiato l’identikit della neomamma che arriva alla maternità molto più tardi di prima. È necessario pertanto valutare il minor indice di fertilià e l’aumento di malattie metaboliche e cardiovascolari.
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Trattamento delle unghie in gravidanza
Alla fine della prima visita durante la gravidanza di Supernano, la ginecologa mi disse: “Non mi devi chiedere niente? Ad esempio se puoi usare lo smalto sulle unghie?”. Io mi misi a ridere da un lato con un pizzico di incoscienza non pensando minimamente che i prodotti di bellezza potessero danneggiare il feto, dall’altro perché neppure allora avevo molto tempo da dedicare alla mia bellezza. La ginecologa rise a sua volta e rispose: “Comunque lo puoi usare”. L’argomento finì lì.
Diabete in gravidanza e alimentazione
Del diabete gestazionale ho già parlato: si intende l’intolleranza agli zuccheri che compare o è scoperta per la prima volta durante la gravidanza. Riguarda circa il 2-5% delle donne in gravidanza generalmente fra la 26° e la 28° settimana di gestazione. La prima preoccupazione una volta posta la diagnosi è il tipo di alimentazione.
Le linee guida non differiscono da quelle per le donne non diabetiche per quanto riguarda l’introito di calorie, proteine e vitamine. Va però prestata particolare attenzione alla glicemia perché un buon controllo è indispensabile non solo per la salute della madre e per un regolare decorso della gravidanza, ma soprattutto per un corretto sviluppo del feto.