Che la medicina spesso sia tutto e il contrario di tutto è una bella verità, così come è noto che in medicina 2+2 non fa 4. E questo è tanto più vero quando si tratta di bambini. Ai miei tempi (oddio come mi sento vecchia a dire così) le donne in gravidanza non avevano tante paturnie su cibo, vaccini, malattie; i bambini venivano svezzati a 3-4 mesi, l’allattamento a richiesta era un’eresia. Tutto questo comporta innumerevoli scontri con madri e suocere che “come i figli li ho cresciuti io, nessuno….”. A parte le battute, anche solo nell’arco di qualche anno molte indicazioni sono date in maniera diversa.
Ricordo ancora con una certa ansia la frase pronunciata al corso pre-parto quando aspettavo supernano “in Africa allattano fino a 5 anni, figuriamoci se non potete riuscirci voi. ed è bene andare avanti fino ai due anni e oltre”. Continua a leggere: Allattamento e rischio carie…
Salute pediatrica: l’informazione corre sul web
Qualche giorno fa un mio paziente, a cui ho riscontrato l’asma, mi ha detto che si era informato della patologia su internet, vedendo la mia faccia un po’ perplessa ha ribattuto “ ah, dovrebbe vedere mia moglie, ogni cosa che riguarda i bambini la cerca su internet!”.
Parlando con mia cognata del suo piccolino di un anno e mezzo mi dice che quando ha dei dubbi si informa su internet.
Pertanto leggere sul canale dell’ANSA che il web si conferma un serbatoio di informazioni mediche anche e soprattutto nel campo della salute pediatrica e che sempre di più le mamme si affidano ad internet non mi stupisce.
Mi allarma però e mi fa riflettere sull’enorme responsabilità che chi scrive sul web di salute, ha. Purtroppo infatti non sempre si tratta di medici e non sempre le informazioni sono riportate in modo corretto.
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La stitichezza in gravidanza
Una delle cose che ricordo con più terrore, soprattutto nel caso della prima gravidanza, è la stitichezza e i conseguenti crampi addominali che arrivavano a svegliarmi alla notte. Il giorno stesso in cui ho comprato un lassativo che la ginecologa mi aveva obbligato ad usare, ho cominciato a regolarizzarmi spontaneamente.
Flacone nuovo, l’ho dovuto poi usare per microba. Ma questa è un’altra storia…
La stipsi, o stitichezza, è un disturbo caratterizzato da emissione di feci di consistenza dura e con una frequenza inferiore a 2-3 volte la settimana.
La dieta durante l’allattamento
La donna in puerperio che allatta, fornisce al suo bambino 850 ml circa di latte al giorno equivalenti a 750 calorie. Per bilanciare le uscite occorre pertanto un supplemento di circa 500 Kcal al giorno. Tenendo conto che le riserve di grasso della puerpera (2-4 Kg) forniscono circa 250 Kcal al giorno, occorre una dieta durante l’allattamento da 2700 Kcal. In termini qualitativi la puerpera necessita giornalmente di +20 gr di proteine, +400 mg di calcio, +18 mg di ferro.
Inoltre è necessario equilibrare le aumentate esigenze nutritive e la diminuzione di peso della puerpera con la necessità di conservare tessuti tonici. A colazione, che non va mai trascurata, sarebbe utile una tazza di latte o di yogurt con cereali soffiati, oppure 50 grammi di pane tostato o biscotti con due cucchiai rasi di marmellata.
CIUCCIO SI O NO?
A me verrebbe spontaneo rispondere e a gran voce: SI!
Il ciuccio mi e ci ha salvato da numerosissime situazioni di stress e ha consentito il nostro riposo. Ho pertanto sempre mostrato perplessità quando incontravo genitori che per scelta non lo proponevano al loro bambino. Ci sono però sempre più spesso mamme o papà in dubbio se far ricorso al ciuccio e in caso positivo con quali modalità, accorgimenti o cautele. L’argomento è ampiamente dibattuto.
Il ciuccio è sicuramente una fonte di rassicurazione ma, secondo alcuni, al tempo stesso di distrazione. Secondo alcune linee di pensiero previene lo scivolamento all’indietro della lingua e quindi il conseguente rischio di soffocamento e apnea. Secondo altri può interferire con un corretto avviamento dell’allattamento al seno e favorirebbe l’otite media.