Il termine scientifico è ambliopia, ma nella lingua comune si parla di “occhio pigro”, proprio perché il bambino tende ad utilizzare solo un occhio, quello con cui vede meglio.
È un disturbo spesso dovuto alla differenza di gradazione tra gli occhi causata da miopia, da ipermetropia o da astigmatismo elevato: viene favorito da parte del cervello lo sviluppo di uno solo dei due occhi (quello che vede meglio) pertanto l’altro smette di lavorare diventando “pigro”.
L’ambliopia può anche derivare da un problema di strabismo (deviazione oculare) oppure un problema congenito che offusca la vista (come la cataratta o la cornea opaca). Sono casi rari e gli unici per cui è indispensabile la diagnosi precoce per eseguire l’ intervento chirurgico il prima possibile.
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Ambliopia: è possibile curarla anche con i videogiochi?
Questa notizia farà felici moltissimi bambini, un po’ meno le mamme. Secondo le ultime ricerche presentate al 115° Convegno dell’American Academy of Ophthalmology di Orlando (Usa) l’uso dei videogiochi potrebbe essere utile per curare l’ambliopia, nota come sindrome dell’occhio pigro ovvero un deficit dell’acutezza visiva tipica dell’età pediatrica. E pensare che al miglior amico di Supernano, patito di giochini elettronici ed anche affetto da ambliopia, i genitori, per rimandare ancora un po’ l’acquisto dell’oggetto del desiderio, hanno detto che si può comprare solo all’estero.
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