La sindrome di Asperger consiste in una serie di disturbi dello sviluppo che influenzano le capacità comunicative e di socializzazione dell’individuo affetto, rendendolo privo di interesse verso gli altri, indifferente ai rapporti sociali, al punto da isolarlo dal resto della comunità. La malattia rientra nel quadro delle cosiddette patologie dello spettro autistico e si discute tuttora se debba considerarsi una forma mite di autismo, o se costituisca un disturbo a sé stante. Le cause della sindrome di Asperger sono poco chiare. Sembra che all’origine del disturbo vi sia una mutazione genetica soprattutto a livello del cromosoma 7, ma la ricerca scientifica deve ancora chiarire diversi dettagli fondamentali.
I bambini affetti da sindrome di Asperger presentano problemi di comunicazione e mancanza di comunicazione non-verbale; incapacità di stabilire dei rapporti sociali, hanno attività e interessi limitati, un tono di voce monotono, si esprimono in modo pedante e interpretano tutto alla lettera ciò che gli viene detto, senza distinguere frasi sarcastiche, ironiche e modi di dire. I loro comportamenti sono singolari, fatti di gesti ripetitivi e stereotipati, spesso inutili, i movimenti goffi e poco coordinati; hanno un quoziente intellettivo normale ma talora iperattività e deficit dell’attenzione.
I sintomi che caratterizzano l’età adulta sono gli stessi dell’età infantile/adolescenza. Ciò che cambia è l’ambiente circostante, che non è più quello scolastico, ma quello lavorativo e delle relazioni di coppia. Spesso, l’isolamento sociale in età adulta si traduce in stati d’animo depressivi e di ansia.
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