Secondo uno studio dei ricercatori dell’area di Malattie epato-metaboliche dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of Hepatology, troppo zucchero danneggia il fegato dei bambini e vi è una correlazione tra consumo di alte quantità di fruttosio e sviluppo di malattie epatiche gravi. L’abuso sistematico del fruttosio infatti, aggiunto ai cibi e alle bevande ha gli stessi effetti pericolosi dell’alcool: ogni grammo in eccesso rispetto alla quantità massima giornaliera indicata per l’età pediatrica (circa 25 grammi) accresce di una volta e mezza il rischio di sviluppare malattie epatiche gravi. Continua a leggere: Attenzione all’eccesso di fruttosio nella dieta dei bambini…
Aperitivi: attenzione all’igiene
Argomento estivo e “ferragostano”, leggero, ma non troppo: aperitivi sulla spiaggia a base di bevande più o meno alcoliche, ma soprattutto con diversi snack e salsine millegusti dove immergere cracker, crostini o nachos alla messicana. Ma attenzione all’igiene: intingere gli alimenti già ‘assaggiati’ più e più volte nel condimento contribuisce infatti a diffondere, ma anche ad assumere germi in abbondanza. L’avvertimento arriva dalla rivista ‘Healthbeat’, dell’università di Harvard, che ripercorre la letteratura scientifica sul tema. Se una persona affetta da qualsiasi infezione immerge due volte un alimento nella salsa in comune con altri, diffonde i germi delle più disparate malattie.Si è riscontrato che la contaminazione varia a seconda del tipo di salsa e le meno “pericolose”sono quelle al formaggio e al cioccolato (in caso di spuntini dolci), perché più dense e meno esposte al rischio di ricadere in pezzetti nel contenitore. Sembrava solo un semplice aperitivo…
Bambini e vacanze: w la libertà
Come ogni anno lotto con i denti per risicare giorni di ferie nel mese di luglio. 3 mesi di gestione post scuola sono un’eternità, ¼ di un anno e una spesa per chi non ha nonni che si spupazzano i pargoli. Fatti due conti mi conviene stare a casa il più possibile che pagare i centri estivi. E in questa settimana nella casa del lago i miei figli vivono allo stato brado. Non hanno regole e sono in giro dalla mattina alla sera. Ovviamente strafelici. Ho fatto mio il consiglio dei pediatri dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma: “”Lasciateli liberi”: di muoversi e di giocare, di divertirsi come vogliono oppure di annoiarsi. Altro che le vacanze dei miei tempi: stesso posto, stesse persone (quelle che adesso hanno bambini con cui giocano i miei di figli), ma regole ferree. Continua a leggere: Bambini e vacanze: w la libertà…
L’alimentazione dopo l’anno d’età
I principali cambiamenti nell’alimentazione, dopo l’anno di età, riguardano soprattutto il progressivo inserimento di tutti gli alimenti in forma solida nella dieta ma anche l’adattamento alla frequenza dei pasti dell’adulto. Mentre durante il primo anno di vita le mamme si rivolgono al pediatra anche per l’alimentazione, dopo il primo anno in genere si dà al bambino quello che mangiano i genitori e ciò che la famiglia è abituata a mangiare. Da qui le ansie genitoriali in quanto spesso a questa età il bambino non mangia o rifiuta i cibi proposti. Spesso infatti è interessato e distratto dal mondo che lo circonda, ed il cibo non è più il suo interesse principale. Inoltre in questo periodo cala la velocità di crescita, e quindi può ridursi anche l’ appetito. Il passaggio poi ad una alimentazione diversa può richiedere un certo periodo di adattamento.
Questa “inappetenza” di solito non lascia conseguenze, ed infatti la crescita continua ad essere regolare. Durante il primo anno di vita il neonato triplica il suo peso alla nascita. È sbagliato aspettarsi la stessa velocità di crescita dopo il compimento del primo anno di vita in quanto tra i 12 e i 24 mesi il peso deve aumentare poco più del 20%.
L’alimentazione deve essere variata e ben bilanciata alternando quotidianamente tutti i principi nutritivi in quantità adeguate per evitare carenze. Continua a leggere: L’alimentazione dopo l’anno d’età…
La disidratazione nei bambini: cos’è? Come si cura?
Si parla comunemente di disidratazione come temibile complicanza delle gastroenteriti, croce di ogni genitore. C’è chi vaccina i bambini per il roravirus, chi li tiene a casa da nido o materna in corso di epidemia, chi, come la sottoscritta incrocia le dita sperando nel fato e in ormai grossi anticorpi…
Ma cos’è questa” famosa” disidratazione?
La disidratazione è la situazione che si verifica quando l’organismo perde più liquidi di quanti ne assuma e quindi non ha abbastanza acqua e altri liquidi per svolgere le normali funzioni.
La disidratazione può colpire chiunque, ma i bambini piccoli, gli anziani ed i malati cronici sono maggiormente a rischio.
Diarrea, vomito o rialzo febbrile, sintomi della gastroenterite acuta, sono i principali responsabili della disidratazione soprattutto in neonati e bambini piccoli. In tal caso il vero problema è che la disidratazione può presentarsi già dopo 12-24 ore dalla comparsa dei primi disturbi e le vere problematiche non sono legate solo alla mancanza di acqua ma anche allo squilibrio dovuto al deficit di apporto dei sali minerali.
Altra causa è la sudorazione eccessiva soprattutto durante un’attività fisica intensa o quando il tempo è caldo e umido. Tuttavia è possibile disidratarsi anche d’inverno, se non si reintegrano i liquidi persi.
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