Ora capisco molte cose. Del mio vissuto di bambina prima e di ragazza poi, ansiosa e tendente al perfezionismo. Ho lavorato molto su me stessa negli anni anche perché contemporaneamente sono anche molto concreta e razionale e pur senza aver risolto i miei problemi, sono quasi normale. Quasi eh eh…
Mi sono accorta che molto “di me” deriva dal mio vissuto famigliare e tento di non fare gli stessi errori con i miei figli. Pur consapevole che probabilmente ne farò altri senza accorgermene.
Secondo uno studio condotto dalla National University of Singapore e pubblicato sul Journal of Personalità, i genitori perfezionisti e che tentano di “invadere” il campo dei propri figli, provando a sostituirsi a loro nella soluzione dei problemi, rischiano di portare i bambini ad essere molto critici con se’ stessi e questo iper-criticismo può aprire la strada ad ansia e depressione.
Nel mio caso nessuno si è mai sostituito a me, ma la critica era dietro l’angolo.
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Sindrome di Munchausen: quando la mamma inventa le malattie dei figli
Ogni tanto vorrei scappare dal mio essere mamma, non tanto per i bambini in sé (bè in realtà talora anche a loro dico che voglio scioperare), quanto per le altre mamme. NON SOPPORTO PIU’ certi discorsi. Perché se non è la scuola con tanto di critiche agli insegnanti, l’argomento preferito sono le malattie. Se i bimbi sono sani, c’è il timore che si ammalino, se i bimbi sono malati “ecco si ammalano sempre” e le ansie sono inversamente proporzionali all’età dei piccoli. Per paradosso talora ho avuto il perfido pensiero che qualche mamma avesse un filo di godimento nell’affermare “ha la febbre, ovvio la nonna/il papà non gli ha messo il cappellino/la maglietta della salute/il giubbino…” .
Questo come ho detto è un mio perfido pensiero ma esiste veramente una sindrome detta “sindrome di Munchausen per procura” in cui un genitore induce sintomi reali o apparenti di una malattia in un bambino.
Si tratta chiaramente di una forma di abuso sui minori.
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Lo shopping funziona davvero contro tristezza e malumore
Premetto che non scrivo per farmi un alibi verso papàchef che è forse uno dei pochi uomini a cui piace girare per negozi e outlet, ma perché, soprattutto in tempo di saldi parlare di shopping, tanto più se “curativo”, è d’obbligo.
Che il fare acquisti fosse un valido antidepressivo e che una nuova borsa o un paio di scarpe tanto sognato fosse meglio di un calmante è noto, anzi arci noto, alla maggior parte delle donne. Ma adesso le nostre teorie grazie ad uno studio svolto dall’Università del Michigan, negli Stati Uniti sembrano avere un avvallo dal mondo scientifico.
In questo studio un gruppo di persone, principalmente donne, è stato sottoposto a esperimenti diversi evidenziando che la “shopping- terapia” è davvero efficace nel contrastare tristezza e malinconia. Secondo i dati raccolti, coloro che facevano acquisti erano tre volte più felici di coloro che davano semplicemente un’occhiata alle vetrine e dichiaravano di sperimentare una maggiore capacità di controllo della propria vita e dell’ambiente circostante.
Quindi … w lo shopping e appena possibile un bel giro per negozi!
Il prurito e le dermatosi durante la gravidanza
È un sintomo molto frequente in gravidanza e direi anche un sintomo che può destare grande preoccupazione. Ricordo ancora con un pò d’ansia quando intorno al quarto mese della gravidanza di Supernano ha iniziato a prudermi la pancia; lo raccontai quasi per caso alla ginecologa che invece mi mandò subito a fare gli esami della funzionalità epatica temendo un problema del fegato. Per fortuna era solo la mia pelle già molto sensibile che iniziava a fare “qualche scherzetto”.
Ma quali sono le dermatosi associate alla gravidanza che possono causare prurito?
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La depressione post partum nelle mamme aumenta il rischio di depressione nei bambini
Di depressione post partum si parla poco, eppure colpisce molte più neomamme di quanto si potrebbe credere. Oggi vi cito un motivo in più per parlarne. Secondo uno studio pubblicato dal Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry i figli di mamme che hanno sofferto di depressione post partum sono quattro volte piu’ a rischio di avere essi stessi episodi di depressione durante l’adolescenza.
I ricercatori dell’Universita’ di Reading hanno studiato 100 neomamme, di queste 58 avevano avuto la depressione post parto. Hanno poi valutato la salute del bambino a 18 mesi e a 5, 8, 13 e 16 anni. Dallo studio e’ emerso che i figli delle mamme depresse avevano una probabilita’ del 41,5 per cento di esserlo anche loro, mentre per gli altri il rischio era del 12,5 per cento. Il rischio aumentato – hanno scritto gli autori dello studio – mette in luce la necessita’ di screening post natali per intervenire precocemente. Dalla ricerca e’ emerso anche che un rapporto conflittuale con il partner e ulteriori episodi di depressione anche lontano dalla nascita possono scatenare la depressione nei bambini.