L’appendicite è un’ infiammazione dell’appendice vermiforme (un sottile tubulo che origina dalla prima porzione del grosso intestino detto intestino cieco) che normalmente è posizionata a livello del quadrante inferiore destro dell’addome. L’appendicite può essere acuta o cronica.
L’appendicite acuta si manifesta principalmente tra i 6 e i 20 anni e anche se può presentarsi a tutte le età è meno comune sotto i 4 anni; la sua frequenza è indipendente dal sesso. È la causa più comune di urgenza chirurgica nell’età pediatrica.
L’appendicite cronica è invece un’infiammazione cronica della appendice, conseguenza di un’appendicite acuta non diagnosticata o non trattata chirurgicamente.
Cause
L’appendicite è dovuta al moltiplicarsi in modo anomalo di batteri innocui e che normalmente vivono nell’intestino, come Escherichia Coli,Streptococchi e Stafilococchi; la condizione scatenante solitamente è un’ occlusione del lume dell’appendice che causa il ristagno dei batteri e provoca l’infezione.
L’occlusione può avere varie cause: muco raggrumato, noccioli, parassiti, una posizione anomala dell’appendice causata dalla sua eccessiva lunghezza; talora possono essere responsabili anche cibi molto grassi o ricchi di coloranti.
Sintomi
La sintomatologia può essere differente da paziente a paziente a secondo dell’età e della posizione dell’appendice.
La forma tipica è caratterizzata da un forte ed improvviso dolore addominale tipo trafittivi prevalentemente in basso a destra, ma può estendersi a tutto l’addome o dall’ombelico in giù, in casi più rari può interessare la coscia. Il dolore può peggiorare con il movimento, i respiri profondi, la palpazione, la tosse o gli starnuti.
Altri sintomi sono:
– nausea
– vomito
– Febbre non molto alta (37,2 – 38°C) nelle forme iniziali non complicate da peritonite
– Stitichezza o diarrea
– perdita dell’appetito
– malessere generale Continua a leggere: l’appendicite nei bambini…
Il colore delle feci del neonato
Lavorando anche in un Pronto Soccorso con l’accesso pediatrico, negli anni mi è capitato ovviamente di imbattermi nelle più svariate patologie ma anche in tanti bambini portati per il classico “callo al dito”. E di questi accessi impropri mi sono sempre lamentata con il mio responsabile ricordando di quando eravamo piccoli noi, non esistesse neppure il pediatra di base ma solo il medico di famiglia. Durante uno di questi dialoghi quando aspettavo Supernano mi disse “parli adesso, ma vedrai, poi appena farà la prima cacca verde correrai anche tu”. Mi misi a ridere e la considerai una provocazione, ma poi effettivamente mi trovai di fronte al viraggio dei colori delle feci. E mi documentai.
Rigurgito o reflusso esofageo semplice
Una delle preoccupazioni che più assillano i neo genitori è il fenomeno del rigurgito nei neonati, erroneamente confuso con il reflusso gastroesofageo patologico.
Il rigurgito è un fenomeno meccanico che consiste nell’emissione di piccole quantità di latte dopo il pasto in un lattante in buona salute, con una crescita regolare. A volte può essere intenso e frequente, anche a tutti i pasti. È una situazione fisiologica, che interessa il 10-20% dei lattanti nei primi 6-10 mesi di vita.
Il rigurgito nei neonati, in genere si verifica subito dopo la poppata, a volte anche due o tre ore dopo, per immaturità del cardias, la valvola dell’esofago inferiore la cui funzione è proprio quella di impedire la risalita del cibo dallo stomaco all’esofago. Compare di solito dopo il “ruttino” perchè l’espulsione della bolla d’aria che si forma nello stomaco del bambino, può provocare la risalita verso l’alto del latte o altro alimento.
Arriva il mal di pancia primaverile
L’ influenza è ormai verso la fine, ma in questo periodo è boom di virus intestinali. Anche noi a turno siamo stati colpiti per fortuna solo in maniera lieve. Ormai sono rassegnata: la pancia è il nostro punto debole! Ma siamo in buona compagnia: circa 100.000 italiani nelle ultime settimane sono vittime dei virus intestinali, che con gli sbalzi termici di questa atipica primavera trovano l’habitat ideale per moltiplicarsi e diffondersi. Si tratta principalmente di enterovirus e noroviris che possono manifestarsi sia con sintomi intestinali sia con un po’ di febbre. I più colpiti sono ovviamente i bambini, ma anche adulti e anziani non sono risparmiati a causa dell’alta contagiosità. Purtroppo non è possibile effettuare una buona prevenzione a parte curare con particolare attenzione l’igiene, soprattutto delle mani, e cercare di evitare gli sbalzi termici.
Quando portare il bambino in Pronto Soccorso
E’ uno dei dubbi più frequenti di tutti i genitori. E aggiungerei, dei genitori di oggi. Non so a quanti genitori della mia generazione sarebbe mai venuto in mente di portarci al Pronto Soccorso per una piccola ferita o un trauma alla caviglia, tanto per fare un esempio. Oggi ci sono dei bimbi della scuola materna che hanno già più accessi dei loro nonni ottantenni…
Ma quando è sufficiente ricorrere al buon senso e alle proprie conoscenze e in quali casi è invece necessario preoccuparsi?
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