Sono una fifona. Una mamma medico fifona ed anche ipocondriaca. Ecco, l’ho scritto …
E anzi, aggiungo che proprio per questo quando si tratta della mia salute metto spesso la testa sotto la sabbia e cerco di stare il più possibile lontano dai miei colleghi medici.
Ma quando 3 anni fa, passati i 40, ho accusato dei fortissimi dolori al seno mi sono spaventata moltissimo e ho fatto la mia prima ecografia mammaria. Per fortuna non era nulla di patologico e in quell’occasione chiesi al collega se fosse il caso di fare la mammografia e mi fu consigliato, in assenza di problemi, dato il mio seno ancora giovane (come tessuto) e la precisione dell’ecografo, di continuare con un’ecografia annualmente.
Che io ligia ogni gennaio faccio. Vivo con l’ansia dal giorno della prenotazione al giorno dell’esame. Il dottore, sempre lo stesso, ormai lo sa e ne sorride con me.
Ed anche questo gennaio è andato. Continua a leggere: Donne: l’importanza della prevenzione…
L’infezione da papillomavirus (HPV – Human Papilloma Virus)
Che microba sia precoce un po’ in tutto è noto e ne ho già parlato; spesso chiede e ottiene risposta su domande “più grandi di lei”. Ma io sono dell’idea che se un bambino ha delle curiosità, dei dubbi, delle domande appunto, bisogna dare una risposta. Sempre. Con un linguaggio idoneo all’età, ma spiegando senza giri di parole, metafore o simili. E questo vale anche e soprattutto per quanto riguarda la sfera sessuale. Solo così i nostri figli apprendono informazioni corrette e soprattutto sanno che non bisogna avere timore o vergogna nel rivolgersi ai genitori.
Ho solo una perplessità nell’essere così spontanea: cosa va a raccontare agli amichetti e alle maestre dell’asilo la mia piccola chiacchierona? Magari non tutti i genitori sono così aperti…
Ne ho parlato proprio qualche giorno fa con una mamma di 3 figli. La più piccola ha l’età di microba. Frequentano la stessa classe della materna. Si è messa a ridere e mi ha detto che se microba fosse tornata a casa parlando del papilloma virus tutte le informazioni venivano da casa sua. Il figlio più grande aveva infatti parlato dell’argomento anche in presenza della sorellina più piccola, dopo aver saputo che una compagna era andata a fare il vaccino.
Mi sono consolata, riflettendo che in fondo è normale che i figli minori sappiano tutto e prima in molti campi.
Ho però preso spunto per parlare di papilloma virus. In fondo il blog sta crescendo, così come le mamme e i figli dei primi lettori a cui interessano argomenti più “adulti”.
L’infezione da Hpv (dall’inglese Human papilloma virus) è molto frequente nella popolazione e costituisce una famiglia composta da oltre cento varietà diverse di virus. L’infezione genitale da Papilloma virus umano si trasmette essenzialmente attraverso i rapporti sessuali: è infatti una delle più frequenti malattie sessualmente trasmesse. È ammesso che la trasmissione possa avvenire anche con un contatto fisico, se ci sono cellule virali attive e se sono presenti lacerazioni, tagli o abrasioni nella pelle e/o mucose. Le persone che hanno un sistema immunitario particolarmente vulnerabile sono più esposte al rischio di contagio.
Si stima che fino all’80% delle donne sessualmente attive si infetti nel corso della vita con un virus Hpv, con un picco di prevalenza nelle giovani donne fino a 25 anni di età. La maggior parte delle infezioni da Hpv è transitoria, perché il virus viene eliminato dal sistema immunitario prima di sviluppare un effetto patogeno. Il 60-90% delle infezioni da Hpv, incluse quelle da tipi oncogeni, si risolve spontaneamente entro 1-2 anni dal contagio. La persistenza dell’infezione virale è invece la condizione necessaria per l’evoluzione verso il carcinoma. In questo caso, si possono sviluppare lesioni precancerose che possono progredire fino al cancro della cervice uterina. In caso di infezione persistente, il tempo che intercorre tra l’infezione e l’insorgenza delle lesioni precancerose è di circa 5 anni, mentre la latenza per l’insorgenza del carcinoma cervicale può essere di decenni (20-40 anni).
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Inquinamento e bambini
Che l’inquinamento fosse un grave reale problema per i nostri bambini, era noto da tempo e io ne avevo già parlato, ma al primo Meeting Internazionale su Bambino e Ambiente organizzato dalla Società Italiana di Pediatria a Firenze, gli studi esposti sono stati tutt’altro che confortanti.
Alcuni inquinanti come benzene, metalli pesanti e il particolato ultrafine che si può inalare nel traffico o vicino gli inceneritori sono stati messi in relazione ai tumori infantili del primo anno di vita, che negli ultimi 20 anni sono aumentati in modo consistente in Italia e in tutta Europa. La loro incidenza è cresciuta dell’1% all’anno nell’Unione Europea, cioè del 20% in 20 anni, e del 3% l’anno in Italia. Non si tratta solo di leucemie, ma anche di linfomi (+4%) e tumori solidi, come il neuroblastoma o alcuni tipi di sarcomi che prima non erano tipici dell’infanzia.