C’è un argomento caldo, anzi caldissimo che avevo trattato diverse volte in passato (vedi qui e qui) ma che ora torna prepotentemente, un evergreen insomma.
Di che si tratta? Della gelosia fra fratelli. Ne hanno scritto in questi giorni altre mamme blogger (mammapiky; maria in viva la mamma, forse anche altri ma ho sempre pochissimo tempo per seguirli tutti costantemente) e anche io avevo in serbo il post da tempo. Perché ne scrivo oggi? Non per fare la “copiona”, ma nella speranza che qualche lettore “illuminato” abbia qualche consiglio.
Quando pensiamo alla gelosia fra fratelli, pensiamo sempre a quella che il fratello maggiore manifesta verso il minore.
E il motivo è chiaro.
Un bimbo che fino a quel momento è stato da solo ha ricevuto tutte le attenzioni dei genitori, non ha dovuto dividere con nessuno il loro tempo, il loro affetto, non ha dovuto dividere con nessuno spazi e giochi. Tendenzialmente il piccolo figlio unico diventa il reuccio di casa stra-amato, stra- coccolato.
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Il fratello di un disabile
Alla scuola materna di Supernano c’erano 3 fratellini gemellini, di cui due disabili. Quando se ne parlava tutti volgevano il pensiero ai genitori. Un giorno, l’ennesima volta in cui si parlava della “sfiga” di quella mamma io esplosi “e al fratellino sano nessuno pensa?”. Mi guardarono come se fossi una pazza. Spiegai della responsabilità di cui potrebbe essere caricato, di un eventuale senso di colpa per essere l’unico sano fra i suoi fratelli, di un’eventuale gelosia verso i fratellini bisognosi di cure. Insomma apparenti banalità a cui nessuno pensava.
Giocare al dottore aiuta a superare le paure e a guarire prima e meglio
In questi giorni “prenatalizi” le pubblicità di giocattoli sono quintuplicate. Fra queste c’è una nota bambola malata su cui microba ha messo gli occhi. Non la chiede espressamente ma ogni volta mi chiama a vederla. L’ultima volta le dissi “basta, lo sai che non mi piace, io non voglio anche le bambole malate!” e lei candidamente: “ma la curo io, non tu”.
Aspetto la lettera “ufficiale”a Babbo Natale per sapere se è proprio un suo sogno anche perché giocare al dottore rientra fra le sue attività preferite: è contentissima quando può disporre di attrezzi veri e dice che da grande farà la dottoressa come la sua mamma. Per mia figlia è normale esprimere tale preferenza professionale dato che da quando è nata sente parlare di medici e ospedali, ma giocare al dottore è effettivamente uno dei giochi “che piace”. La maggior parte dei bambini infatti ha la classica valigetta in plastica.
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Pensieri e propositi di Ferragosto…
Sono sdraiata sul lettino sotto l’ombrellone, lusso che mi ha concesso e obbligato l’avanzare dell’età: da qualche anno non tollero più asciugamani a terra e ore sotto il sole. Guardo i miei bambini giocare felici in acqua e mi godo estasiata uno dei rari momenti di complicità fra fratelli: stanno cantando canzoni sciocche inventate da loro, tirandosi una formina “tipo” palla. E mentre li osservo partono i pensieri: ferragosto è un po’ come il capodanno, fa da ponte fra “vecchio” e ”nuovo”, segna almeno la metà delle vacanze, traina verso il ritorno alla vita cittadina. Da un lato vorrei che questi giorni non passassero mai, ma da un altro so che tutta questa “noia”, seppure momentanea, non fa per me, per cui ben conscia che il ferragosto lascerà velocemente il passo ad altro, penso a tutto quello che farò o vorrei fare una volta tornata a casa.