Sono una fifona. Una mamma medico fifona ed anche ipocondriaca. Ecco, l’ho scritto …
E anzi, aggiungo che proprio per questo quando si tratta della mia salute metto spesso la testa sotto la sabbia e cerco di stare il più possibile lontano dai miei colleghi medici.
Ma quando 3 anni fa, passati i 40, ho accusato dei fortissimi dolori al seno mi sono spaventata moltissimo e ho fatto la mia prima ecografia mammaria. Per fortuna non era nulla di patologico e in quell’occasione chiesi al collega se fosse il caso di fare la mammografia e mi fu consigliato, in assenza di problemi, dato il mio seno ancora giovane (come tessuto) e la precisione dell’ecografo, di continuare con un’ecografia annualmente.
Che io ligia ogni gennaio faccio. Vivo con l’ansia dal giorno della prenotazione al giorno dell’esame. Il dottore, sempre lo stesso, ormai lo sa e ne sorride con me.
Ed anche questo gennaio è andato. Continua a leggere: Donne: l’importanza della prevenzione…
Con umidità e muffa aumentano i rischi di sviluppare patologie respiratorie
Tempo fa venne in visita una coppia di coniugi per una sospetta asma bronchiale. Mi raccontarono che in seguito ad alcuni danni nel loro appartamento e alla muffa che ne derivò iniziarono ad accusare sintomi respiratori. Ovviamente attribuirono tutto alla situazione di casa e, oltre a cercare una cura, chiedevano che un medico pneumologo dimostrasse il nesso fra i sintomi e la muffa. È scontato che vivere in ambienti non salubri causi patologie all’apparato respiratorio, ma oggi è evidenziato anche da uno studio dell’Università di Uppsala pubblicato su Clinical and Experimental Allergy. I ricercatori hanno evidenziato un incremento del rischio di soffrire di sinusite cronica e bronchite, nonché allergie, asma e altri disturbi respiratori, per chi vive in appartamenti malsani, osservando più di 26mila adulti di quattro città svedesi.
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Fumare in gravidanza assottiglia le fibre della retina del bambino
Ho scritto tanto sul fumo, e continuerò a scrivere soprattutto quando si tratta di convincere mamme e future mamme a non fumare in presenza dei lori piccoli, a maggior ragione se questi sono ancora nel loro grembo.
I danni sono tanti, tantissimi e continuano a scoprirsene sempre di nuovi. L’ultima notizia è che fumare in gravidanza assottiglierebbe le fibre della retina del nascituro, Assottigliamento che, successivamente, potrebbe aumentare il rischio di problemi alla vista e glaucoma. In uno studio danese sono stati esaminati i dati di esami oculistici di 1323 bambini di 11-12 anni. Nella ricerca, l’80% delle madri non aveva fumato durante la gravidanza; il 2% aveva smesso mentre il 18% aveva continuato a fumare per tutti i nove mesi. Circa il 4% dei bimbi alla nascita era sottopeso. Gli esami oculistici di tutti i bimbi hanno riscontrato che presentavano uno spessore medio delle fibre nervose retiniche di 104 micrometri.
I figli di madri che avevano fumato durante la gravidanza presentavano fibre nervose retiniche 5,7 micrometri più sottili di quelli nati da donne che non lo avevano fatto. Gli autori non hanno osservato una differenza significativa tra figli di madri non fumatrici e figli di madri che avevano smesso durante la gravidanza. Nei bimbi nati sottopeso la fibra nervosa retinica media era 3,5 micrometri più sottile rispetto a quelli nati normopeso
Vietato fumare. Anche una sigaretta al giorno
Le scuse del paziente fumatore alla domanda se e quanto fuma sono infinite. Gli aneddoti numerosi. Come quella volta che alla risposta “20” il mio paziente aggiunse “e che sarà mai?” . Sono stata tacciata di essere troppo dura nello “sgridare”; sono stata tacciata di essere “un cattivo” medico per non aver sgridato; mi è stato detto che la mia faccia esprimeva peggiori pensieri del mio silenzio. Insomma approcciare il fumatore non è facile.
Da pneumologa e non fumatrice mi piacerebbe tanto poter parlare di prevenzione, portare nelle scuole fin dalla scuola elementare, i pazienti ex fumatori, quelli con l’ossigeno domiciliare. Perché la prevenzione è la migliore arma. Perché non bisogna proprio cominciare a fumare, neppure poche sigarette.
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Sigarette elettroniche : quali rischi?
Da pneumologa non fumatrice ho sempre messo al bando le sigarette. Non sono uno di quei medici da “ramanzina” e mi sono anche sentita dire “lei non è un bravo medico perché non mi sgrida”. Risposta “per non offendere la sua intelligenza…”.
Mi hanno anche spesso chiesto cosa pensassi delle sigarette elettroniche. Difficile pronunciarsi all’inizio. Ma ora qualche informazione in più l’abbiamo e provengono da uno studio condotto da Diana Messadi dell’Università della California. E non sono notizie positive. Pare che il vapore creato dalle sigarette elettroniche influenzi i biomarcatori delle cellule della bocca nelle colture di laboratorio. Nella tipica sigaretta elettronica, grazie ad un elemento riscaldante alimentato a batteria si inala vapore contenete nicotina, propilen-glicole o glicerina ed aromi.
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