Una notizia “leggera”, quasi fatta per me: bere da 3 a 5 tazze di caffè al giorno contribuirebbe a ridurre fino al 20% il rischio di ammalarsi di Alzheimer, e del 25% di sviluppare diabete di tipo 2.
I dati sono emersi da alcune ricerche presentate in un report di Alzheimer Europe pubblicato dall’Institute for Scientific Information on Coffee (Isic), un’ organizzazione no profit dedicata allo studio dei legami tra caffè e salute.
Per quanto riguarda la protezione verso la malattia di alzheimer i benefici arriverebbero da caffeina e polifenoli.
La prima è utile a prevenire la formazione delle placche amiloidi, ovvero le placche senili che rappresentano una delle caratteristiche microscopiche principali della malattia di Alzheimer, insieme alla degenerazione neurofibrillare ed all’Angiopatia amiloide, i polifenoli invece insieme alla caffeina, aiutano a ridurre l’infiammazione e il deterioramento neuronale. Una sintesi di tali risultati era stata illustrata anche in un simposio satellite durante il Congresso 2014 di Alzheimer Europe ovvero che un consumo regolare di caffè nel corso della vita è associato a un ridotto rischio di sviluppare Alzheimer che la protezione ottimale si ha con un consumo compreso fra 3 e 5 tazzine al giorno. Continua a leggere: Il caffè protegge dal rischio di Alzheimer e diabete…
L’acetone nei bambini: cause, sintomi e terapia
L’acetonemia (nota comunemente anche come acetone) o chetosi è un’ alterazione metabolica molto frequente in età pediatrica che si verifica quando l’organismo del bambino, dopo aver bruciato tutti gli zuccheri a disposizione, inizia a bruciare anche i grassi per far fronte alle necessità energetiche. Accade pertanto quando vengono meno le scorte di zuccheri. L’acetone è dunque una risposta del corpo ai valori bassi di glucosio e non è una malattia
Si manifesta prevalentemente nella prima e seconda infanzia, quando le richieste energetiche sono maggiori, riducendosi progressivamente fino ai 12 anni e scomparendo con la pubertà. Esiste una certa predisposizione all’acetonemia, legata all’età e alla costituzione, per cui ci sono bambini più soggetti all’acetone di altri.
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Mal di pancia – 2: e se la colpa fosse del Fruttosio?
Il bambino è tormentato da frequenti mal di pancia senza motivi apparenti? Durante un recente studio, presentato durante il congresso dell’American College of Gastroenterology, è stato spiegato che questo disturbo potrebbe dipendere da un cattivo assorbimento intestinale del fruttosio.
Il fruttosio (o levulosio) è un monosaccaride, che ha la stessa formula molecolare del glucosio (C6H12O6) ma diversa struttura chimica. Anche le sue proprietà nutrizionali sono differenti. È lo zucchero principale della frutta e del miele, ed è presente anche in molte verdure.
Il fruttosio viene assorbito dall’apparato digerente più lentamente rispetto al saccarosio, una volta assorbito, non entra in circolo nel sangue come il glucosio, ma viene portato al fegato che lo trasforma in glucosio. Qui può seguire due vie: o viene trasformato in glicogeno epatico, oppure in trigliceridi che poi vengono immessi nel sangue. Per questo motivo ha un indice glicemico così basso: non viene utilizzato, se non in minima parte, per innalzare la glicemia (il tasso di glucosio nel sangue).
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