Ho scritto tanto sul fumo, e continuerò a scrivere soprattutto quando si tratta di convincere mamme e future mamme a non fumare in presenza dei lori piccoli, a maggior ragione se questi sono ancora nel loro grembo.
I danni sono tanti, tantissimi e continuano a scoprirsene sempre di nuovi. L’ultima notizia è che fumare in gravidanza assottiglierebbe le fibre della retina del nascituro, Assottigliamento che, successivamente, potrebbe aumentare il rischio di problemi alla vista e glaucoma. In uno studio danese sono stati esaminati i dati di esami oculistici di 1323 bambini di 11-12 anni. Nella ricerca, l’80% delle madri non aveva fumato durante la gravidanza; il 2% aveva smesso mentre il 18% aveva continuato a fumare per tutti i nove mesi. Circa il 4% dei bimbi alla nascita era sottopeso. Gli esami oculistici di tutti i bimbi hanno riscontrato che presentavano uno spessore medio delle fibre nervose retiniche di 104 micrometri.
I figli di madri che avevano fumato durante la gravidanza presentavano fibre nervose retiniche 5,7 micrometri più sottili di quelli nati da donne che non lo avevano fatto. Gli autori non hanno osservato una differenza significativa tra figli di madri non fumatrici e figli di madri che avevano smesso durante la gravidanza. Nei bimbi nati sottopeso la fibra nervosa retinica media era 3,5 micrometri più sottile rispetto a quelli nati normopeso
Attenzione al consumo di liquirizia in gravidanza
Non c’è pace per le gravide: pare che anche la liquirizia debba essere bandita dalla loro dieta in quanto la glicirrizina – il dolcificante naturale che vi è contenuto – potrebbe influire negativamente sullo sviluppo del feto.
Uso sempre il condizionale e ritengo che come per ogni cosa serva il buon senso, ma sicuramente d’ora in poi non dirò più ad una futura mamma con cali pressori di mangiare la liquirizia.
La glicirrizina è estratta dalla radice della liquirizia, dove è presente in concentrazioni variabili dal 2 al 4%. La liquirizia mostra molte attività, in particolare: antinfiammatoria; antiulcera; antigastrica; antiallergica; mineralcorticoide (con conseguente squilibrio salino) e ipertensiva.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista American Journal of Epidemiology dai ricercatori dell’Università di Helsinki l’eccessiva assunzione di liquirizia in gravidanza aumenterebbe il rischio che il nascituro sviluppi problemi di memoria, deficit di attenzione e iperattività (Adhd) e abbia un quoziente intellettivo più basso di sette punti rispetto alla media. Continua a leggere: Attenzione al consumo di liquirizia in gravidanza…
Se il bebè non arriva attenti alla chlamydia…
Clamidia (Chlamydia) è il nome di un battere che comprende quattro specie: la Chlamydia trachomatis responsabile di una infezione sessualmente trasmessa, la Chlamydia puerorum, Chlamydia psittaci e Chlamydia pneumoniae.
La Chlamydia trachomatis si differenzia in 18 varianti sierologiche: i sierotipi A, B, Ba e C sono associati con il tracoma (grave malattia degli occhi che può portare a cecità), i sierotipi D-K associati con le infezioni del tratto genitale, i sierotipi L1-L3 associati con il linfogranuloma venereo (LGV).
Si ritiene che quella dovuta alla Chlamydia sia l’infezione batterica a trasmissione sessuale più comune nella popolazione giovanile fra i 15 e i 25 anni, ed è considerata una “malattia silente” perché è alta la percentuale dei soggetti asintomatici (fino al 70% delle donne e il 50% degli uomini): solo il 10% delle infezioni viene diagnosticato. L’asintomaticità dell’infezione fa sì che la diagnosi avvenga tardivamente.
Le eventuali manifestazioni cliniche compaiono dopo una-tre settimane dall’infezione.
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Gravidanza molare
La mola vescicolare è la patologia che dà il nome alla gravidanza molare.
Al momento del concepimento, come è noto, l’uovo è fecondato dagli spermatozoi, ma le cellule placentari agendo in modo anomalo portano alla formazione di un raggruppamento, non previsto, di cellule all’interno dell’utero materno; questo gruppo di cellule fuori dalla norma prende il nome di “mola”, la quale impedisce al feto di svilupparsi. Vi è infatti da un’alterazione dei villi coriali, i quali vanno incontro ad una trasformazione in vescicole (cisti), in conseguenza della quale non sono più in grado di assicurare gli scambi materno-fetali, ma conservano sia la proprietà infiltrativa sia quella endocrina, cioè come il trofoblasto normale.
La mola vescicolare si distingue in benigna o non invasiva e maligna o destruens. La mola benigna si distingue a sua volta in parziale e totale o completa in rapporto all’estensione. In entrambi i casi l’embrione può essere presente o assente.
Gli acari: cosa sono? Dove si trovano? Cosa causano?
Gli acari sono animali appartenenti alla famiglia degli aracnidi di minuscole dimensioni (fra i 200 ed i 400 millesimi di millimetro) non visibili a occhio nudo. In tutto il mondo, se ne contano all’incirca 150 specie. L’allergia agli acari della polvere è una delle allergie più comuni nei paesi occidentali sia per la loro l’ampia diffusione sia per l’ elevata allergenicità di questi piccoli artropodi. Numerosi studi hanno documentato che gli acari rappresentano il principale fattore di rischio per lo sviluppo di asma, mentre nei bambini gli acari possono favorire la comparsa di altre allergie (muffe, animali, pollini); sono quindi considerati come una possibile fonte di allergie multiple.
Le specie dell’acaro della polvere più diffuse sono il Dermatophagoides pteronyssinus e il Dermatophagoides farinae, che si nutrono principalmente di forfora umana. Parti di pelle che si staccano durante la notte uniti al calore e all’umidità presenti in un materasso fanno si che gli acari si trovino nel loro ambiente ideale e si riproducono a migliaia. Una sola femmina di acaro può produrre fino a 300 uova. Continua a leggere: Gli acari: cosa sono? Dove si trovano? Cosa causano?…
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