Ogni anno milioni di turisti visitano Paesi con scarse condizioni igieniche e ogni anno un turista su tre torna a casa con uno sgradito souvenir: batteri intestinali resistenti a penicilline e cefalosporine.
Si tratta di batteri intestinali produttori di ESBL (extended spectrum beta-lactamase).
La maggior parte di questi viaggiatori in realtà non si rende conto di ospitare questi scomodi ‘clandestini’ perché questi batteri spesso non danno sintomi, ma quando si manifestano diventano un incubo dando la cosiddetta “diarrea del viaggiatore”, sintomi che peggiorano se si decidesse di assumere degli antibiotici.
Secondo uno studio finlandese effettuato un paio di anni fa e appena pubblicato su “Travel Medicine and Infectious Disease” i turisti trattati con antibiotici per diarrea del viaggiatore tornano a casa, portandosi dietro questi batteri produttori di ESBL nell’80% dei casi. Continua a leggere: Diarrea del viaggiatore: evitare gli antibiotici…
Antibiotici: uso inappropriato una volta su due
Ho recentemente tenuto un corso ai medici di famiglia. Si parlava di bronchiti e riacutizzazioni bronchiali nelle forme polmonari croniche; ho detto loro che la maggior parte di queste forme flogistiche è di origine virale, per cui l’antibiotico non serve. E anche nei casi di sovrainfezione batterica ritardare di 5 giorni (in modo da capirne l’evoluzione) la somministrazione di detto farmaco, nulla cambia in termini di prognosi. Sul momento silenzio dalla platea, ma al termine dell’incontro mi si avvicina un collega commentando:
“ dici bene tu. Ma in linea teorica. Se io non prescrivo subito un antibiotico e la tosse perdura, chi lo sente il mio paziente? E se per caso decide di recarsi impropriamente in ps il medico di turno lo prescriverà sicuramente. Perché male non fa. E nell’immaginario del mio paziente quel medico sarà sicuramente più bravo di me. E se invece malauguratamente dovesse poi sviluppare una polmonite, secondo lui sarò stato io la causa con la mia titubanza nel prescrivere i farmaci. Detto questo ad ogni bronchite corrisponde la prescrizione di un antibiotico”.
Che dire? Mi ha lasciato a bocca aperta anche se so che succede così. Ho lavorato anni in pronto soccorso e so che nessun medico si esenterà dall’effettuare prescrizioni antibiotiche ad una persona che non vedrà più. Eccetto la sottoscritta che però spesso discuteva con i pazienti.
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Aperitivi: attenzione all’igiene
Argomento estivo e “ferragostano”, leggero, ma non troppo: aperitivi sulla spiaggia a base di bevande più o meno alcoliche, ma soprattutto con diversi snack e salsine millegusti dove immergere cracker, crostini o nachos alla messicana. Ma attenzione all’igiene: intingere gli alimenti già ‘assaggiati’ più e più volte nel condimento contribuisce infatti a diffondere, ma anche ad assumere germi in abbondanza. L’avvertimento arriva dalla rivista ‘Healthbeat’, dell’università di Harvard, che ripercorre la letteratura scientifica sul tema. Se una persona affetta da qualsiasi infezione immerge due volte un alimento nella salsa in comune con altri, diffonde i germi delle più disparate malattie.Si è riscontrato che la contaminazione varia a seconda del tipo di salsa e le meno “pericolose”sono quelle al formaggio e al cioccolato (in caso di spuntini dolci), perché più dense e meno esposte al rischio di ricadere in pezzetti nel contenitore. Sembrava solo un semplice aperitivo…
Il mollusco contagioso
Il mollusco contagioso è una malattia virale della cute e delle mucose abbastanza comune, che ricorda le verruche con cui talvolta si può confondere. L’agente causale del mollusco contagioso è un virus DNA, il più grande virus conosciuto che infetti gli esseri umani, appartenente al gruppo dei poxvirus. Ha un periodo di incubazione che può variare da 2 settimane a 6 mesi e si trasmette con facilità per contatto diretto (cute con cute) da una persona che presenta tali lesioni sulla pelle ad altra persona oppure per via indiretta attraverso superfici contaminate (sauna, piscina, panche delle palestre, lettini dei solarium o dei centri estetici) o oggetti (biancheria intima, asciugamani). Nei bambini può colpire qualsiasi parte del corpo ma soprattutto viso, tronco e arti (in particolare ascelle), mentre negli adulti si manifesta principalmente nella zona genitale, pubica e glutea ed essere trasmesso sessualmente. Talvolta si presenta nelle mucose delle labbra, della lingua, della bocca, della congiuntiva
Il caldo e l’umidità favoriscono la sviluppo del virus.
Le lesioni del mollusco possono manifestarsi in qualunque età ma è più frequente tra i 3 e 16 anni.
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Zanzare & co
Di punture di zanzara ho già parlato ma forse è bene “rinfrescare” un po’ le idee. Penso infatti a tutti quei genitori che continuano a portare i bimbi in pronto soccorso perché punti dal fastidioso insetto. È pur vero che alcuni vengono letteralmente “divorati”e che la reazione alla puntura è individuale, ma nella maggior parte dei casi si tratta di una reazione solo ed esclusivamente fastidiosa, nulla di pericoloso.
A pungere sono soltanto le femmine, dal tramonto in poi, mentre le zanzare tigre, quelle piccole nere con le strisce bianche sul dorso pungono tutto il giorno in modo molto aggressivo. La puntura di zanzara può essere particolarmente irritante perché provoca il rilascio di istamina e soprattutto nel caso di bambini molto reattivi può comparire un grosso ponfo rosso e molto pruriginoso; non si tratta di una reazione allergica ma è dovuta all’ipersensibilità della pelle che è ancora delicata.
Diverso il caso di una sovrainfezione batterica su una puntura dovuta alla lesione da grattamento; questa può portare all’impetigine, una delle più comuni infezioni cutanee dei bambini.
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