Primavera periodo di gite all’aria aperta e corse al parco, ma non tutti i bambini possono godere dei benefici della natura. Per i bimbi affetti da rinite allergica stare fuori può essere una sofferenza. Ma di cosa stiamo parlando?
La rinite allergica è un’infiammazione periodica o cronica del naso, dovuta ad una reazione allergica a sostanze presenti nell’aria.
Questa reazione si scatena quando una sostanza dell’ambiente esterno, normalmente innocua, viene a contatto con la mucosa nasale di un bambino che si è sensibilizzato nei confronti di quella sostanza.
Negli ultimi anni si è verificato un aumento sia di allergie che di soggetti allergici e gli studi condotti sui possibili legami tra i fattori ambientali e le malattie allergiche hanno evidenziato diversi fattori favorenti: i cambiamenti di stile di vita, l’aumentata esposizione agli allergeni, l’inquinamento, gli irritanti atmosferici (fumo, gas, etc.), modificazioni della dieta, lo stress e la diminuzione delle infezioni.
I pollini (graminacee, parietaria, composite etc) sono i principali allergeni, responsabile del raffreddore intermittente-stagionale, cioè primaverile.
Le spore di alcuni funghi, come l’alternaria, provocano anch’esse una rinite stagionale (soprattutto a luglio-agosto).
Anche il pelo di animali domestici, come il gatto, può provocare rinite allergica mentre gli acari della polvere di casa possono indurre raffreddore durante tutto l’arco dell’anno, ma soprattutto in primavera-autunno quando si riproducono. Tipica allergia ai dermatofagoidi è la rinite che si manifesta con una serie di starnuti al risveglio del bambino.
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La prevenzione delle allergie inizia già in gravidanza
Proprio nei giorni in cui è stato pubblicato il nuovo decreto per cui alcuni (molti) esami (tra cui i test allergologici) non possono essere più mutuabili se i pazienti non hanno determinate caratteristiche o patologie, viene pubblicata la notizia che negli ultimi 20 anni la percentuale di bimbi allergici, in Italia, è più che triplicata.
Ci si ammala di più, pretendiamo, giustamente, un’ ottima sanità, poi non riusciamo a prenotare in tempi ragionevoli o ad avere la prestazione per motivi burocratici.
E qui si ferma la mia polemica…
Tornando alla notizia, un bambino italiano su 4 in età prescolare soffre di allergie, ben il 25%. Erano il 7% nel 1995. Non ho ricordi di bambini allergici quando andavo a scuola io.
Le forme più diffuse sono la rinite allergica, che interessa un bambino su 4, seguita dall’asma (circa il 10%) e dalle allergie alimentari che colpiscono il 3% nei primi 2 anni di età. L’impennata maggiore di casi si è avuta però nella dermatite atopica, che in meno di un decennio è aumentata del 6%e oggi interessa oltre un milione di bimbi.
Le cause: l’inquinamento ambientale e gli eccessi di igiene. Continua a leggere: La prevenzione delle allergie inizia già in gravidanza…
Bimbi allergici: in inverno attenti agli acari della polvere
Parlando di allergie si pensa sempre al periodo primaverile. In realtà sono in agguato anche nei mesi invernali, periodo in cui aumentano gli acari della polvere.
I parassiti della polvere sono infatti la causa del 70 % dei fenomeni asmatici e delle riniti allergiche in età pediatrica, sono pertanto il nemico numero 1 dei bambini allergici. L’acaro della polvere è infatti un allergene perenne, cioè presente tutto l’anno, ma proprio nei mesi invernali a causa del clima caldo-umido trova l’habitat ideale per moltiplicarsi. Si tratta di minuscoli insetti, invisibili ad occhio nudo, di dimensioni variabili da 0,2 a 0,4 millimetri con un ciclo vitale di poco più di un mese, durante il quale depongono le uova, rilasciano le loro feci ed infine muoiono. Di per sé non sono pericolosi per l’uomo: lo sono le feci e il loro corpo morto che diffondendosi nell’aria scatenano la sintomatologia allergica.
Le sedi della casa in cui gli acari sono presenti in maggiore quantità sono il letto (materasso, cuscino, piumini, coperte) e tutto quanto in casa è imbottito (divani, poltrone, etc). Da queste sedi i corpi degli acari morti e le feci si diffondono nell’ambiente circostante, annidandosi preferenzialmente nei materiali che raccolgono più polvere (pavimenti, tappeti, tendaggi, peluche, libri).
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Il fumo passivo e le gravi conseguenze per i bambini
Non smetterò mai di ripeterlo: il FUMO FA MALE! Quando si pensa al fumo il primo pensiero va al tumore al polmone, per cui il fumatore è generalmente molto fatalista pensando che “tanto viene anche a chi non fuma“. Spesso però si ignora che i danni non consistono solo nelle neoplasie e possono essere ben peggiori soprattutto per la qualità della vita. Inoltre fumare è una libera scelta che non si può imporre agli altri. Io, in genere molto gentile con i miei pazienti, in quei casi divento molto cattiva e brutale: “Se vuoi ucciderti, fai pure, ma non far fare ai famigliari la stessa fine!”.
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Congiuntivite nei bambini, lo smog una possibile causa
Della congiuntivite ho già parlato: è una delle più comuni infezioni nei bambini ed anche motivo di allontanamento dei piccoli dalla comunità. Lo scorso anno Supernano è stato allontanato dalla scuola materna: l’ educatrice mi ha telefonato a metà mattina invitandomi a correre a recuperare il bambino. “Sa – mi disse al telefono – qui ci contagiamo tutti”. A nulla sono valse le mie rimostranze che a quell’età il rischio non era così elevato a meno che non usasse lo stesso asciugamano di altri o sfregasse prima i suoi occhi e poi quelli degli altri bambini. Sono andata appena ho potuto e ho trovato un vivacissimo Supernano con un occhietto leggermente arrossato. La maestra dandomi indicazione sul recarmi in farmacia per comprare un collirio mi chiese se sarebbe tornato per la festa di Natale che sarebbe stata dopo una settimana. Supernano il giorno dopo era chiaramente già a scuola…
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