10 anni e quando iniziano i numeri con la decina sono guai.
Me lo hai detto tu uscendo da scuola. “mamma sono un catorcio”.
Un dito pseudo rotto. Perché ho deciso che per un mignolo si potevano evitare le radiazioni di una lastra e l’ho steccato sulla base della mia esperienza.
Una tosse e una laringite che non sono da te, caloroso e nerboruto uomo.
Un ginocchio ko. Non è dato sapere cosa sia successo, e forse è meglio che io non sappia, tant’è che zoppicavi vistosamente.
Un occhio nero portato a casa dopo una partita a basket.
Stai invecchiando mio giovane amico.
E te lo dico ridendo. Lo dico proprio a te che quando mi senti dire “sono vecchia” o peggio lo dice tua sorella, ti animi sostenendo che non sia affatto vero, che sono molto giovane.
Beata innocenza e beata infanzia ancora innamorata della mamma.
6 anni
6 anni e il primo numero con la pancia, quella pancia che tu, da impulsiva quale sei, usi per fare, dire, anche ferire.
6 anni e la scuola elementare vicinissima, perché “le maestre dell’asilo mi piacciono, ma io voglio conoscere gente nuova”.
6 anni e il buco alle orecchie che mi chiedi ricordando con insistenza di una promessa che mi hai estorto a 3 anni.
6 anni e leggi e scrivi perché quando ti incaponisci, nel bene e nel male, ci riesci.
6 anni e non sei più infante ma passata a scolara anche sulla carta d’identità appena rifatta.
6 anni e stai crescendo; sei grande quando vuoi tu, fai domande su argomenti più grandi di te, ma poi i capricci sono ancora dietro l’angolo e hai bisogno ancora tanto della tua mamma perché “mi manchi moltissimo quando sei al lavoro”.
6 anni e le confidenze con le amiche.
6 anni e i fidanzati che “se non mi vuole più pazienza, me ne trovo un altro”.
6 anni di scarpe e vestiti nuovi altrimenti “sono bruttissima”.
6 anni di smalti e di “posso truccarmi?”
Ma anche 6 anni di libri e lavoretti
6 anni di bicicletta rigorosamente senza rotelle, di corse in monopattino
6 anni e tanta fantasia
6 anni e tante chiacchiere immaginarie
6 anni di gelosia
6 anni di “non ti voglio più, non ti sopporto più”
6 anni di “ti adoro” e di “sei bellissima oggi”
6 anni di te, di me, di noi.
Auguri mia piccola grande microba pazzerella!
9 anni. E’ iniziata la preadolescenza?
Da neonato era un cicciobello.
Crescendo un bambino vivace ma dolcissimo.
Il bambino che si scandalizzava se la sorellina di un anno inveiva dicendo “butta mamma”, il bambino che diceva “facciamoci le coccole di nascosto altrimenti microba si arrabbia”, il bambino che diceva “sono la tua roccia”, e anche la tua banca.
Quello che si lamentava un po’, ma solo un po’ perché non riuscivamo mai a stare da soli.
Quello che mi accusava di avere la “lacrima in tasca” ma che contemporaneamente sorrideva in maniera affettuosa delle mie emozioni.
Quello che non tollerava le femmine nel suo mondo “maschio” ma solo la sua mamma che “è una femmina diversa”.
Quello che sapeva quanto fossi orgogliosa di lui. Per i suoi successi a scuola. Per i suoi successi nello sport. Quando gli altri mi facevano i complimenti per come fosse educato.
Perché era il bambino che tutte le mamme vorrebbero avere. Era il bambino che io volevo essere e non ci sono mai riuscita. Timido al punto giusto ma anche espansivo e socievole, sensibile, tranquillo e casinista.
Era.
5 anni
5 anni. 5 anni di te, di noi. 5 anni di mamma di figlia femmina non è una cosa semplice. Ci sono tante, tantissime, parole, tanti tantissimi discorsi,anche seri, molto seri, tanti tantissimi perché. Ci sono i racconti fra amiche perché a 5 anni ci si raccontano i segreti, i progetti, qualche fantasia; a 5 anni si parla di scarpe e di smalti, di principi e mariti.
E poi ci sono i momenti di fuoco e fiamme quelli in cui l’amore è alle stelle e quelli in cui il fuoco di un drago incenerisce di meno. Perchè gli ormoni delle femmine iniziano a lavorare fin da piccolissime. Perché la preadolescenza sembra già stra cominciata. E allora basta una parola a far piangere un’amica, il fratello, il cuore della mamma. Ma poi tutto passa e un abbraccio un bacio, un disegno risolvono anche la peggiore delle situazioni.
Perché a 5 anni inizi a essere grande ma sei ancora piccola, vuoi andare a scuola ma poi solo portare l’ombrello quando piove pesa, vuoi invitare i compagni di asilo, progetti grandi pigiama party ma poi mettere a posto i giochi è un impresa titanica.
Sono 5 anni, sembra ieri che eri una piccola microba con tutine invisibili mentre ora il tuo piede cresce vertiginosamente, le tue gambe corrono velocemente con vestiti ormai sempre di una taglia in più, le tue mani tagliano, dipingono, creano capolavori che anche gli amici di tuo fratello ammirano. I tuoi occhietti vispi memorizzano, la tua mente è una spugna e apprende l’inglese e la matematica per il puro piacere di sapere. La tua volontà, il tuo entusiasmo, la tua socialità continuano a stupirmi ogni giorno.
Buon compleanno bambina mia.
Buon compleanno per questi tuoi pochi/tanti 5 anni
La tua mamma
La gelosia del fratello minore
C’è un argomento caldo, anzi caldissimo che avevo trattato diverse volte in passato (vedi qui e qui) ma che ora torna prepotentemente, un evergreen insomma.
Di che si tratta? Della gelosia fra fratelli. Ne hanno scritto in questi giorni altre mamme blogger (mammapiky; maria in viva la mamma, forse anche altri ma ho sempre pochissimo tempo per seguirli tutti costantemente) e anche io avevo in serbo il post da tempo. Perché ne scrivo oggi? Non per fare la “copiona”, ma nella speranza che qualche lettore “illuminato” abbia qualche consiglio.
Quando pensiamo alla gelosia fra fratelli, pensiamo sempre a quella che il fratello maggiore manifesta verso il minore.
E il motivo è chiaro.
Un bimbo che fino a quel momento è stato da solo ha ricevuto tutte le attenzioni dei genitori, non ha dovuto dividere con nessuno il loro tempo, il loro affetto, non ha dovuto dividere con nessuno spazi e giochi. Tendenzialmente il piccolo figlio unico diventa il reuccio di casa stra-amato, stra- coccolato.
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