Il calcio costituisce l’elemento fondamentale di scheletro e denti e fra tutti i minerali è quello presente nell’organismo in maggiore quantità.
Il fabbisogno di calcio cambia nel corso della vita. Durante l’infanzia e l’adolescenza è estremamente importante garantire adeguate assunzioni di calcio, ma fino ai 30 anni circa, le perdite di calcio sono generalmente inferiori alle quantità assunte. Dopo questa età si entra in una situazione di “bilancio negativo del calcio”, ovvero le ossa iniziano a perdere più calcio di quello che riescono a fissare. Il calcio viene perso continuamente attraverso le urine, le feci e il sudore, e queste perdite vengono reintegrate attingendo ai depositi di calcio nell’osso, ma che a sua volta viene reintegrato con quello alimentare. Se ciò non avviene le ossa diventano fragili od “osteoporotiche“.
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Le fratture ossee
Per frattura ossea si intende la rottura di un osso, generalmente accompagnata da lesioni dei tessuti circostanti, la cui gravità dipende da quale osso viene colpito e dal tipo di frattura. Le fratture possono essere esposte (quando la cute e le parti molli che coprono l’osso sono lacerate) o chiuse; scomposte (quando le estremità fratturate dell’osso sono separate o angolate) o composte; nel caso dei bambini si parla di frattura a legno verde in cui l’osso è solo parzialmente flesso e non si ha la sua rottura completa (come nella rottura incompleta che si verifica quando si tenta di piegare un ramoscello verde).
Le fratture ossee sono generalmente provocate da traumi, incidenti, cadute, contusioni o anche movimenti insoliti. Alcune patologie (come infezioni, tumori ossei benigni, cancro, osteoporosi) possono indebolire parti dello scheletro rendendo più facili le fratture (in questo caso, si parla di fratture patologiche).
L’osteoporosi si previene fin da bambini
Quando pensiamo all’osteoporosi la consideriamo una patologia dell’età avanzata, qualcosa che riguarda le nostre mamme, la consideriamo lontana da noi,una cosa che non ci tocca, figuriamoci se la colleghiamo ai nostri figli. In realtà l’osteoporosi è si un problema associato quasi esclusivamente all’invecchiamento, ma la prevenzione inizia già in giovane età.
Ce lo ricordano e spiegano i pediatri dell’American Academy of Pediatrics con delle regole da seguire sin dalla più tenera età.
Innanzitutto alimentazione e attività fisica sono le armi principali a disposizione dei genitori per proteggere la salute delle ossa dei loro figli. Infatti un individuo che non raggiunge un picco ottimale di massa ossea durante l’infanzia e l’adolescenza, può infatti sviluppare osteoporosi senza che vi sia una accelerata perdita ossea in età adulta. Secondo i pediatri statunitensi i fabbisogni quotidiani di calcio non devono essere soddisfatti con l’assunzione di integratori e supplementi, ma aumentando il consumo di alimenti ricchi di questo elemento. Durante i primi 12 mesi di vita la fonte principale dovrebbe essere il latte materno – o, in caso di necessità, quello artificiale –dall’anno d’età il calcio può essere assunto attraverso il latte vaccino e i suoi derivati. Contemporanemante è importante prestare attenzione ai livelli di vitamina D, necessaria per l’assorbimento del calcio e la sua omeostasi nell’organismo (ovvero mantenere la concentrazione di calcio costante).
Anche l’attività fisica gioca un ruolo rilevante nella prevenzione dell’osteoporosi e gli esercizi migliori sarebbero quelli che permettono alle ossa di sopportare un po’ di peso, come la corsa, il ballo e le camminate.
In definitiva corrette abitudini alimentari e corretta attività sportiva permettono una buona salute delle ossa fin da piccoli.