Uno dei passaggi nella crescita dei nostri bambini è l’abbandono del passeggino. Ne ho già scritto e ho già espresso il mio parere: dopo i 3 anni al massimo, dovrebbe essere messo in soffitta. Indipendentemente dalla pigrizia del piccolo, indipendentemente dalla comodità della mamma. Spesso infatti il passeggino è un utilissimo carrello. Eppure moltissime mamme non la pensano come me. Sembrerebbe che in Italia un bambino su 10 nell’età fra i 4 e i 6 anni sia ancora comodamente seduto sul pratico mezzo di trasporto. 6 anni? L’età della scuola? Se lo avessi solo letto non ci avrei creduto. E per una volta non sono solo le mamme italiane le “malate di passeggino”: per il secondo anno consecutivo, in vacanza all’estero, ho visto genitori spingere bambini che di gran lunga hanno superato l’età di ciucci e pannolini.
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Troppi esami radiologi ai bambini
Ne ho già parlato diverse volte (qui e qui) anche perché è uno dei miei “chiodi fissi”, ovvero la prescrizione eccessiva e inutile di radiografie. Da sempre non capisco, e so di ripetermi, il motivo della corsa in pronto soccorso immediatamente dopo un banale trauma e tanto più il soggetto è giovane, tanto meno capisco. Un bimbo che cade in bicicletta ovviamente proverà dolore, avrà qualche “sbucciatura” o “ammaccatura” ( e perdonatemi i termini poco scientifici, che rendono l’idea), se viene accompagnato in pronto soccorso nella maggior parte dei casi uscirà con la sua bella lastrina. Perché? Perché è più facile spedire in radiologia che discutere con i genitori. Io ci ho provato diverse volte, la definisco educazione sanitaria. Mi ascoltano, concordano con la pericolosità dei raggi ma alla fine spesso pronunciano la famosa frase “almeno sappiamo”. Stesso discorso per quelle fratture per cui prognosi e terapia non cambiano. Tipo i colpi costali ricevuti dai ragazzi giocando a calcetto. Anche nel caso di un’infrazione di una costa il trattamento è uguale a quello di una contusione. Anche in quel caso almeno sanno…
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Compiti delle vacanze: come affrontarli senza stress
E abbiamo finito anche la III elementare. Io mi faccio prendere da sciocche malinconie, Supernano è uscito da scuola esultando. Nonostante sappia che levatacce e rigore non siano finiti perché gli toccano i centri estivi, si sente comunque in vacanza. Gli ho raccontato di quando io facevo delle “vere” vacanze per ben 3 mesi e mi osservava perplesso; la maggior parte dei nostri figli non ha minimamente idea di cosa voglia dire avere la mamma a casa per tutto il tempo e pertanto la prima spontanea domanda è stata “ma che lavoro faceva tuo papà, cioè il nonno”. Difficile spiegare e far capire che nonostante un lavoro normale un solo stipendio bastava per 4. Altri tempi. E mi sento un po’ matusa nello scriverlo…
Tornando a supernano il suo entusiasmo si è smorzato nel comunicarmi che gli hanno dato troppi compiti. E qui ho riso io. Supernano non sa neppure cosa voglia dire avere troppi compiti. L’estate scorsa ha avuto talmente poco che da madre rompiscatole ho integrato io con un po’ di ripasso e qualche scheda scaricata da internet perché a settembre aveva completamente messo a riposo il cervello.
Quando quindi qualcuno mi chiede se i compiti siano utili o dannosi rispondo che sono validi nelle vacanze lunghe, dannosi o meglio barbosi, nei week end o peggio durante la settimana.
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I pediatri…
Ero molto arrabbiata per un evento che dopo vi racconto e che mi ha fatto riflettere, ma preferisco iniziare con una notizia positiva: tutti i pediatri coinvolti nell’inchiesta sul latte in polvere (di cui avevo parlato qui) sono stati scagionati e sono tornati al lavoro.
In genere quando qualche medico è inquisito “il mostro” è sbattuto in prima pagina e nessun mass media ne ha pietà; ma quando, per fortuna la maggior parte delle volte, ne viene dimostrata l’innocenza nella migliore delle ipotesi viene dedicato un trafiletto in ultima pagina.
Questa cosa mi ha da sempre fatto arrabbiare perché dietro tanti camici bianchi c’è dedizione, impegno, passione, amore verso una professione difficile, dove lo sbaglio è dietro l’angolo ma soprattutto dove subire una denuncia sembra essere più facile che andare al supermercato.
Denuncia spesso impropria.
Detto questo è mio compito, così come avevo descritto un fatto che se fosse stato vero era veramente da biasimare, tornare sui miei passi e raccontarne la non sussistenza.
Perché ho iniziato scrivendo che sono arrabbiata, o direi meglio amareggiata?
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Come misurare la temperatura corporea: le linee guida della SIP
Tempo fa lessi su FB la domanda di una mamma su come misurare la temperatura al suo bambino. La maggior parte delle risposte erano di misurarla per via rettale. Io mi sentii di dissentire. È vero che è uno dei metodi possibili, ed ho anche scritto vari post tempo fa (qui e qui), ma è uno di quelli che io non amo per nulla. Mi sembra allora corretto parlarne ancora basandosi sulle linee guida della SIP.
La misurazione della temperatura corporea è purtroppo una delle manovre più frequentemente eseguite sui bambini. L’esito di tale manovra fornisce importanti informazioni sullo stato del piccolo, e può guidare le scelte terapeutiche ed assistenziali. Tuttavia non è una manovra banale e tante sono ancora le domande che la riguardano: quali termometri sono da prediligere? Quali sono i criteri da utilizzare per scegliere la sede di misurazione della temperatura corporea? L’uso di mezzi fisici per ridurre la febbre è appropriato?
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