Ho già scritto in passato degli accessi in pronto soccorso di nostri bimbi. Lavorando anche in un pronto soccorso con accesso pediatrico sono chiaramente di parte e talora ho un pò il dente avvelenato perché ho spesso dovuto visitare bambini che oltre a non avere motivo per ricevere una visita medica con urgenza non avevano proprio motivo per essere sottoposti ad una visita.
Ogni anno circa 5 milioni di bambini vengono visitati nei Pronto soccorso italiani. Solo nel 10% dei casi si tratta di codici gialli e rossi, ovvero casi di reale emergenza e urgenza, mentre i codici verdi (le urgenze considerate minori al triage) sono invece il 60-70% degli accessi. Solo la metà di questi può essere considerato un accesso appropriato per la necessità di escludere gravi complicanze o evoluzioni della malattia mentre la restante metà di questi accessi è inappropriato e può creare disservizi che possono ostacolare l’assistenza a chi ne ha veramente bisogno.
Il Pronto Soccorso non è un ambulatorio pediatrico e non sostituisce il Pediatra di base; non è nemmeno un ambulatorio poli-specialistico dove effettuare visite richieste con urgenza e da prenotare al CUP o il luogo dove approfondire situazioni non urgenti o croniche.
In pronto soccorso non si deve neppure accedere per la compilazione di ricette, certificati o prestazioni ambulatoriali.
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Il trauma cranico nel bambino
Tratto oggi di un “evergreen”, ovvero del trauma cranico nel bambino, perchè, a parte riprendere i soliti, ma non scontati consigli, vorrei raccontare un’esperienza di così detta vita vissuta.
Qualche giorno fa un amichetto di microba all’inizio della sua avventura con la bici senza rotelle, ha fatto il primo volo. Caso ha voluto che io mi fossi allontanata dal parco giusto i 5 minuti dell’evento e quando, dopo una telefonata allarmata, arrivai di corsa, mi trovai di fronte ad una scena che da medico ma soprattutto da mamma mi urtò parecchio. Era stata chiamata l’ambulanza (e fin qui nulla da dire, le ferite del capo, anche le più banali, sanguinano parecchio e il sangue fa sempre molta paura), trovai un ambulanziere che stava medicando il piccolo (che per fortuna stava benone), e dava alla madre informazioni alquanto scorrette su quello che sarebbe accaduto dopo, su chi avrebbe visitato il bambino, su che esami avrebbe fatto.
Ecco questo è il primo punto che vale per questo episodio ma per tutte le chiamate delle ambulanze: nessuno può dire quale sarà il comportamento che terrà il medico del pronto soccorso, per non spaventare ulteriormente gli interessati, perchè quello che si valuta in una strada è ben diverso da quanto si evince da una visita in ambiente ospedaliero ma soprattutto perchè è solo un medico che può decidere degli esami e delle visite da effettuare.
Tornando al “nostro” trauma cranico, è fondamentale precisare che
Cosa fare se si “picchia la testa?” la maggior parte delle cadute dei bambini non ha risvolti negativi, poiché le ossa della testa sono robuste ed elastiche: si limitano a lesioni del cuoio capelluto, che essendo una zona ricca di vasi può sanguinare molto o a bernoccoli e lividi.
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Sangue dal naso in gravidanza
La fuoriuscita di sangue dal naso il cui termine “tecnico” è epistassi, è una situazione piuttosto frequente in gravidanza, soprattutto in chi ne soffriva già precedentemente al concepimento, ma non è raro si possa verificare nelle donne che non ne hanno mai sofferto. È dovuta alla fragilità dei capillari causata dal cambio di ormoni tipico della gravidanza.
Corpi estranei nel naso o nell’orecchio dei bambini, ecco cosa fare
In genere a casa non racconto mai quello che succede al lavoro, credo che sia spiacevole sentir parlare di malati e malattie, fanno però eccezione situazioni più leggere o gli aneddoti divertenti che Supernano ama ascoltare e commentare. Tempo fa , ad esempio, una coppia di genitori portò in pronto soccorso una bimba dell’età di microba, che allora aveva 9 mesi, stavo raccontando a Papà Chef che non solo le avevano dato l’uovo, che io a microba non avevo ancora introdotto nella dieta, ma glielo avevano dato in occasione di una bella gastroenterite. Supernano scoppiò a ridere e disse: “ma quelli sono proprio pazzi“.
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TAS o Titolo Antistreptolisinico
Credo che la difficilissima parola “titolo antistreptolisinico” sia il primo termine medico che ho imparato nella mia vita. Ho il ricordo ben vivo di una bimba di 6 anni urlante per le punture di penicillina fatte proprio a causa di quella “terribile “ parola il cui valore era troppo alto nel sangue. A posteriori mi chiedo addirittura il motivo per cui sia stato dosato dal momento che non ho mai sofferto di mal di gola. Mah… misteri.
Ma cos’è in realtà questo TAS?
Il TAS (abbreviazione di titolo antistreptolisinico) rappresenta la produzione di anticorpi da parte dell’organismo nei confronti di una componente dello Streptococco, la Streptolisina O, in seguito quindi ad una infezione da Streptococco beta emolitico di gruppo A.