L’aborto è una delle situazioni più dolorose per una donna in cerca di un bambino; al dolore per la perdita di una parte di sé, di un fagiolino che era già bambino, spesso si aggiungono i sensi di colpa per non essere state in grado di proteggere quell’esserino e ci si interroga sui perché. Perché a cui spesso non seguono risposte concrete. Perché una gravidanza va bene ed un’altra no? Tante le risposte, ma spesso nessuna certezza.
Ora un nuovo studio azzarda ulteriori e plausibili ipotesi. Una donna incinta su tre può andare incontro a complicazioni della gravidanza, come aborto spontaneo o nascita pretermine, a causa della mancanza di ferro. Nel 10% dei casi inoltre questa carenza è collegata a problemi alla tiroide. Continua a leggere: Anemia da carenza di ferro e rischi in gravidanza…
Problemi venosi in gravidanza
La gravidanza costituisce generalmente il momento in cui la patologia venosa pre-esistente anche su base familiare si manifesta in maniera più o meno eclatante in tutte le sue sfaccettature.
Disturbi come stanchezza, sensazione di pesantezza e tensione nelle gambe, formicolii notturni, sensazione di “scosse elettriche” all’inguine o alla caviglia, piedi gonfi e vene varicose che compaiono rapidamente o che ulteriormente s’ingrossano fanno parte dei piccoli disturbi quotidiani di una futura mamma. Nel primo trimestre vi è un aumento notevole del tasso di progesterone che promuove una vasodilatazione del circolo a livello delle pelvi con conseguente congestione delle vene e tendenza allo sviluppo di vene varicose.
L’aumento del flusso di sangue alle pelvi consente una adeguata nutrizione del nascituro attraverso la placenta. Questo inevitabilmente sovraccarica le vene del circolo pelvico che sono in stretto contatto con le vene della circolazione delle gambe. Tutto ciò è responsabile dell’improvvisa comparsa di vene varicose durante le prime settimane di gravidanza. Durante il secondo ma soprattutto il terzo trimestre di gravidanza l’aumento del volume dell’utero determina una compressione sulle vene delle pelvi che a loro volta comportano un difficoltà di “scarico” delle vene delle gambe che tendono a dilatarsi e a trasformarsi in vene varicose.
Nelle ultime fasi della gravidanza, inoltre, vi è una tendenza alla ritenzione idrica dovuta ad una alterazione della funzionalità dei reni, che comporta un rigonfiamento dei tessuti, (edema), soprattutto nelle parti più declivi o delle gambe, piede e caviglie in particolare, soprattutto se si trascorre molto tempo in piedi.
Fortunatamente in molti casi, dopo il parto, nel giro di qualche settimana, la situazione rientra e rapidamente si attenua la dilatazione delle vene e la congestione della circolazione venosa.
In soggetti predisposti e che presentavano alcuni fattori di rischio per lo sviluppo di vene varicose anche in epoca pre-gravidica, non è detto che la situazione rientri, anzi, la gravidanza rappresenta un fattore scatenante lo sviluppo di vene varicose.
La gravidanza inoltre rappresenta una situazione potenzialmente a rischio per lo sviluppo di flebiti superficiali o di trombosi venose profonde.
Alla luce di tutto ciò, è evidente che è bene prevenire tali problemi o, qualora esistano già, prendere efficaci contromisure per ridurre l’estensione e l’intensità di tali disturbi.
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L’influenza “estiva”
Nella classe di microba a fine giugno c’è stata un “epidemia” strana: febbrone della durata di un paio di giorni preceduto da stanchezza che talora si trascinava anche nei giorni successivi alla scomparsa della febbre. Microba è stata esentata ma un episodio simile le era capitato l’ultimo anno di nido: febbre fugace proprio il giorno della pizzata di fine anno. Per sdrammatizzare allora avevo dato la colpa alla troppa emozione per l’evento, adesso, interrogata seriamente di cosa si possa trattare, non ho saputo dare una risposta.
Che invece può essere data dai pediatri del Bambin Gesù: si tratterebbe di influenza estiva. Continua a leggere: L’influenza “estiva”…
San Valentino: lavoretto con le capsule di caffè
Auguri papàchef, auguri nonostante a te queste feste non piacciano, non siano mai piaciute. Condividevo questa tua idea anni fa quando la festa degli innamorati era tutti i giorni, quando non poteva esserci nulla che ci potesse far trascurare l’un l’altro; adesso purtroppo è diverso. Ci sono giorni che ci incrociamo appena: tu entri, io esco, in un gioco di incastri per stare con i bambini; ci sono delle sere in cui pronunciando un “buonanotte” fra i denti crollo addormentata in un nanosecondo; ci sono giorni in cui fra lavoro, stanchezza, arrabbiature con i figli finiamo per non considerarci un gran che. A questo punto ben venga il 14 febbraio perché ogni tanto un pensiero, un gesto d’affetto fanno piacere. Perché significa che ancora ci ricordiamo di noi. Nonostante tutto e tutti. Continua a leggere: San Valentino: lavoretto con le capsule di caffè…
Perché le mamme urlano?
Si lo so, è la scoperta dell’acqua calda, ma perché quando noi urliamo non ce ne accorgiamo neppure mentre se sono altri ad urlare ci da perfino fastidio?
L’altro pomeriggio tornando a casa, un amichetto di supernano continuava a chiedere la stessa cosa alla mamma che all’ennesima richiesta è sbottata. Il bambino con una tranquillità da far paura le ha chiesto perché urlasse sempre e fosse sempre arrabbiata. Risposta della mamma: “sono stanca, sono in piedi dalle sei della mattina e ho ancora da lavorare”.