Il neonato è maggiormente a rischio disidratazione sia per via della sua anatomia ovvero della pelle più sottile rispetto a bambini più grandi e adulti e di una maggiore superficie della testa (da cui si disperde maggiormente sudore) rispetto al resto del corpo sia perché non è in grado di esprimere la sete se non con un senso di irrequietezza generale.
Ci si preoccupa della disidratazione quando il piccolo è affetto da vomito o gastroenterite, ma non dobbiamo dimenticarci che i bambini possono disidratarsi anche per il caldo. E le temperature equatoriali di questi giorni potrebbero essere responsabili di ciò.
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Uovo ottimo alimento nel menu del bambino ma attenzione alle allergie
Quando ho svezzato i miei bambini sono stata molto attenta nell’introduzione di alcuni alimenti e l’uovo è fra questi.
Non abbiamo particolari problemi di allergie in famiglia ma poiché non mi costava nulla aspettare, ho atteso l’anno prima di introdurlo nella dieta. Le regole sullo svezzamento già 4 anni fa dicevano tutto e il contrario di tutto e si parlava di autosvezzamento, termine alquanto proibito quando 4 anni prima toccò a supernano.
Ora si parla addirittura di uovo a 5 mesi e del pericolo di allergie. Quindi?
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L’alimentazione del bambino dopo l’anno:
Il tipo di alimentazione del bambino sotto l’anno d’età è noto a tutti: viene raccomandato l’allattamento al seno esclusivo fino ai 6 mesi e poi iniziato lo svezzamento. Di svezzamento si può dire tutto e il contrario di tutto, negli anni le indicazioni sono state le più svariate, ma almeno all’inizio tutti somministrano i vari brodi di verdura e frutta semplice come pere e mele.
Ma quando il bambino è più grandicello cosa deve mangiare? Dopo il primo anno ci si trova nell’anarchia più completa.
In genere in questa fascia di età predomina l’ambito familiare con le sue abitudini. In pratica al bambino si dà quello che mangiano i genitori e ciò che la famiglia è abituata a mangiare. Una giusta alimentazione è però indispensabile per non fare oggi errori che si ripercuoteranno sulla salute futura del piccolo.
Il diffondersi di cattive abitudini alimentari contribuisce infatti all’ aumento dei casi di sovrappeso e di obesità infantile.
Una sana alimentazione significa prima di tutto fare attenzione alla qualità degli alimenti e alla quantità di cibo assunto, che deve essere commisurata al fabbisogno per età e sesso. Anche la combinazione e la preparazione dei cibi intesa come modalità di cottura, hanno la loro importanza: bisognapreferire la cottura al vapore e limitare le fritture
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La crisi e i cibi per bambini
Questa è una di quelle notizie che mai si vorrebbe leggere: secondo i pediatri della Fimp (Federazione italiana dei medici pediatri), la crisi mette con le spalle al muro le mamme italiane e ‘inquina’ la pappa dei più piccoli. Secondo gli specialisti infatti, a causa delle difficoltà economiche, dal carrello del supermercato vengono tolti i cibi per i più piccoli a cui vengono somministrati prodotti per gli adulti, dai biscotti alla pasta, dalle merendine ai succhi di frutta. È pur vero infatti che i prodotti “dei grandi” sono meno cari, ma sono anche più inquinati.
Allarme bulimia già a 10 anni, soprattutto fra maschi
Ecco, ci risiamo con i problemi alimentari. Sembra di aver appena smesso di lottare con i nostri cuccioli durante lo svezzamento che già sono alle porta altri problemi.
I ricercatori della National Yang-Ming University di Taiwan hanno condotto uno studio, poi pubblicato online sul Journal of Clinical Nursing, su quasi 16.000 studenti sull’abitudine di provocarsi il vomito per perdere peso. Il problema è riconducibile alla bulimia e colpisce sempre più giovani e persino bambini, soprattutto maschi, di 10 anni. I risultati molto preoccupanti hanno spinto gli studiosi a mettere in guardia le famiglie: il vomito auto-indotto è il primo segnale che i bambini potrebbero sviluppare disturbi alimentari e gravi problemi psicologici.
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